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27/05/2002

RIFORMA DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE, INCONTRO CON I COMUNI DELL'ASL 7 ANCONA E AUTONOMIE LOCALI

“È il momento delle decisioni, tergiversare peggiora le cose. Va bene la riduzione del numero delle Aziende sanitarie, se accompagnato da un serio ragionamento sul mantenimento dei servizi ai cittadini”. Un secco no “alla difesa dei muri”, e un forte sì “alla salvaguardia della qualità delle prestazioni sanitarie” è venuto dal sindaco di Ancona, Fabio Sturani, che – insieme ai Comuni dell’Asl 7 e, successivamente, nella veste di presidente Anci Marche – ha incontrato l’assessore regionale, Augusto Melappioni, nell’ambito delle consultazioni in vista del riordino del sistema sanitario. Affermazioni condite con una provocazione: “L’ospedale regionale di Torrette non è un problema solo di Ancona, ma una struttura a servizio di tutti i marchigiani. Se qualche Comune vuole accollarselo, si faccia pure avanti!” Sturani è stato categorico: “Dobbiamo ragionare sulle eccellenze del sistema sanitario, non sulla loro ubicazione. Le alte specialità vanno tutelate nell’ambito della riforma: il Lancisi, ad esempio, ha un’utenza del 20% riconducibile all’Asl di riferimento e un’80% proveniente da altri ambiti. Così come il Salesi, che deve mantenere la sua autonomia”. I Comuni vogliono essere protagonisti del processo di riforma sanitario – ha ribadito il sindaco – Occorre portare subito all’esame delle autonomie il Piano o la proposta varati dalla Giunta, dopo la conclusione delle consultazioni. Non si può più ragionare sulle ipotesi. All’incontro con l’Asl 7, oltre a quello di Ancona, sono intervenuti anche i rappresentati dei Comuni di Camerano, Chiaravalle, Loreto e Castelfidardo. A seguire si è svolto il confronto con Anci, Upi, Lega delle autonomie e Uncem. C’è convinzione generale nel recuperare efficienza e risorse partendo dalla aree di supporto al sistema, come la logistica e l’amministrazione interna, che non hanno ripercussioni sui servizi alla persona, come pure – anche se con qualche distinguo – sul fatto che la proliferazione degli uffici di spesa sia un ostacolo alla riforma del sistema sanitario. Ma prima di dare un assenso al progetto, le autonomie locali vogliono discutere attorno a un progetto concreto e “vedere le carte”. Il presidente dell’Anci Marche Sturani ha espresso un giudizio positivo sul percorso delle consultazioni, contrariamente a quanto avvenuto in sede di definizione del bilancio regionale 2002, dove ha difettato – è la sua opinione – un confronto efficace con le autonomie. Ha avanzato una richiesta: individuare un canale istituzionale per governare la sanità, in stretto raccordo con il territorio e le amministrazioni locali. Il rappresentante dell’Upi (il presidente era assente per un lutto familiare) ha detto che l’ufficio di presidenza dell’associazione delle Province si riunirà nei prossimi giorni per definire una posizione sul processo di riforma. Cesare Carnaroli (Lega delle Autonomie) ha esternato perplessità su un processo di riforma radicale del sistema sanitario, privilegiando un percorso più graduale e condiviso dalle popolazioni interessate. “Non bisogna fare di tutt’erba un fascio: occorre indicare un criterio per equilibrare il numero delle Asl. Non siamo né la Romagna, né la Toscana: le Marche hanno definito, negli anni, un modello sanitario modellato sui bisogni dei cittadini”. Modello, è la sua conclusione, che va salvaguardato. Maria Assunta Paci (presidente Uncem) ha ribadito che “nei due precedenti piani sanitari le zone montane sono state penalizzate con una forte riduzione della rete ospedaliera e dei servizi. Oggi vogliamo sapere come il processo di riordino si cala nelle aree interne, prima di esprime un giudizio sulla bozza Melappioni”.