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28/05/2002

Riforma del sistema sanitario regionale: incontro con l'Università . PACETTI: ACCORDO E PIENA COLLABORAZIONE SUGLI OBIETTIVI DELLA QUALITA’ E DELLA VALORIZZAZIONE DELLE ECCELLENZE “

“Al di là della questione sulla riduzione del numero delle Asl, che non può e non deve interessare l’Università, i pilastri di questa riforma che assegna al mantenimento della qualità e alla valorizzazione delle eccellenze il ruolo di fulcro attorno al quale costruire il sistema, ci piacciono e ci trovano pienamente d’accordo, disponibili alla massima collaborazione. E non potrebbe essere diversamente, perché tali obiettivi si identificano ed esaltano le funzioni stesse dell’Università marchigiana. “ E’ il commento del Rettore dell’Università degli Studi di Ancona, Marco Pacetti che questa mattina ha incontrato l’assessore alla Sanità, Augusto Melappioni nell’ambito della serie di consultazioni per la riorganizzazione del sistema sanitario. Il Rettore, in rappresentanza delle posizioni degli altri Rettori delle Università marchigiane, era accompagnato dal preside della Facoltà di Medicina, prof. Tullio Manzoni e dal dirigente amministrativo Giuseppe Farinelli. Alla riunione ha preso parte anche il Capo Dipartimento Sanità-Servizi alla persona della Regione, Giuseppe Zuccatelli. Dopo aver dato un quadro generale della proposta, Melappioni ha ricordato che questa si baserà soprattutto su “un riassetto organizzativo ispirato ad una mutata filosofia: dal sistema ospedaliero a quello territoriale, il che non significa chiudere i piccoli ospedali, ma consolidare le specialità, creare equipe di specialisti che si alternano sul territorio per interventi chirurgici sempre più qualificati, in modo da non duplicare le funzioni e costruire un’offerta altamente qualitativa che consentirà di risparmiare solo in termini di posti letto, non di strutture. All’Università, quindi, chiediamo di lavorare in partnership per costruire un percorso improntato non ai “ tagli” indiscriminati, ma piuttosto alla semplificazione, attraverso un sistema a rete, che permetterà di liberare risorse per impiegarle dove mancano funzioni di alta specialità, in sedi cioè dove già esistono le potenzialità e i valori professionali per farle partire. ” Pacetti ha messo in evidenza che l’Università di Ancona e la Facoltà di Medicina in particolare, ha già adottato “modalità di gestione, ispirate all’investimento sulla qualità, superando logiche “accademiche”, creando anche scontenti, ma sono state scelte razionali e orientate ad una prospettiva che garantisce l’appropriatezza e stimola la competitività e di conseguenza anche la qualificazione e quindi siamo in perfetta sintonia su questo, anche a costo di sacrifici. “Occorre però – ha affermato Pacetti- far comprendere che l’Università, essendo il luogo della formazione, non è una risorsa per Ancona ma per tutta la regione con 7 corsi di laurea in Medicina e 3000 specialisti ( non solo laureati) usciti in 30 anni. Soprattutto bisogna sottolineare che la Facoltà di Medicina non pesa sul sistema sanitario, ma anzi contribuisce in termini di benefici, come apparato complesso che fornisce un servizio ulteriore al sistema . Da un’analisi dei dati elaborati dall’Ateneo dorico emerge che in termini di ricerca e di ore/professionisti, l’Università non è stata un costo, ma ha contribuito per circa 50 miliardi di lire. “ Il Rettore ha poi evidenziato la necessità di applicare le disposizioni della legge 517/99 (Riforma dell’Università) e di elaborare le linee guida per la costituzione dell’Azienda Ospedaliera integrata con l’Università, già individuata nel polo regionale di Torrette. Dove per integrazione si intende la pari autorità, tra Regione e Università, nelle scelte decisionali. In conclusione, l’assessore Melappioni, facendosi interprete delle esigenze di tanti sindaci che hanno denunciato la forte carenza di personale infermieristico nelle Case di riposo e nelle RSA di molte realtà periferiche, ha chiesto all’Università di istituire corsi decentrati sul territorio. Il Rettore Marco Pacetti, assicurando la massima disponibilità anche su questo problema, ha fatto presente che i bandi per le prossime iscrizioni ai corsi che ogni anno formano circa 300 infermieri professionali, dovranno partire a giugno e quindi i tempi sono troppo stretti per organizzarli quest’anno, ma “dal prossimo, l’organizzazione di corsi paralleli sarà una questione da prendere in debita considerazione” . (ad’e)