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10/05/2002

MASTER PER I DIRIGENTI DELLA REGIONE

“Il modello di pubblica amministrazione è lo strumento vero per misurare l’evoluzione di una società. La burocrazia deve semplificare i problemi, le procedure; deve agevolare la crescita delle comunità. Se resta autoreferenziale, chiusa in se stessa, incapace di misurarsi con le esigenze della popolazione, sarà un peso e non un traino per lo sviluppo della collettività. Amministrare non è solo conseguire la regolarità formale degli atti, ma raggiungere anche gli obiettivi delineati”. Con queste parole del presidente Vito D’Ambrosio ha preso avvio il “Master in management pubblico per i dirigenti della Regione Marche”. Una delle iniziative di formazione all’avanguardia, a livello nazionale, rivolte alla dirigenza pubblica. Unico precedente illustre, quello della Bocconi di Milano, dal quale il corso regionale si differenzia per il taglio operativo e i diversi contenuti metodologici. Tramite la propria Scuola di formazione del personale, la Regione ha affidato la gestione del master all’Istao, l’Istituto Adriano Olivetti di studi per la gestione dell’economia e delle aziende, fondato da Giorgio Fuà nel 1967. In 35 anni di attività ha formato un migliaio di dirigenti e cura la specializzazione dei neolaureati. Il corso è riservato ai dirigenti regionali e ha raccolto l’80% di adesioni tra i destinatari. Prevede sessanta giornate formative, spalmate nel corso di tre anni. L’obiettivo è quello di rafforzare le capacità gestionali della dirigenza regionale. La lezione inaugurale sui “Modelli di riforma della pubblica amministrazione” è stata tenuta oggi dal prof. Bruno Dente (del Politecnico di Milano) presso la sede dell’Istao di Villa Favorita (Ancona). Presenti: il presidente dell’Istao, Paolo Pettenati, il presidente della Regione, Vito D’Ambrosio, l’assessore regionale Carmela Mattei. “La pubblica amministrazione – ha esordito D’Ambrosio – sta attraversando un momento di profonde riforme che può non raggiungere il traguardo sperato senza una condivisione dei percorsi. La modifica del Titolo V della Costituzione, con maggiori poteri per gli enti locali, la separazione delle competenze tra politici e burocrati (decreto legislativo 29/93), la necessità di allineare le strutture amministrative centrali e sopranazionali (Ue) alle periferiche, la nuova organizzazione della Regione in Dipartimenti, richiedono una concertazione a più livelli. Una diversa mentalità e disponibilità deve imporsi, per non rischiare di avviare pseudoriforme, dove nuovi territori vengono tracciati da vecchi percorsi. Occorre superare le divisioni tra modelli pubblici statali e non statali: l’unica diversificazione organizzativa che deve rimanere è quella tra l’amministrazione centrale e locale, per il diverso approccio ai problemi dei rispettivi enti”. Secondo D’Ambrosio la pubblica amministrazione, per funzionare bene, “deve organizzarsi a sistema, superando la settorializzazione e privilegiando gli obiettivi rispetto alle procedure. Occorre abbandonare un modello formale, per privilegiare una organizzazione legata alla valutazione. Cambiare è difficile, ma bisogna traghettare il vecchio nel nuovo, avendo ben chiaro l’approdo finale”. Il presidente ha poi parlato dell’attuale modello organizzativo della Regione, che punta a moltiplicare i centri decisionali (per avvicinarli ai cittadini), raccordandoli a rete, così da garantire una maggiore capacità di dialogo e di risposte ai bisogni della comunità. Rivolgendosi ai dirigenti, D’Ambrosio ha assicurato un’attenzione particolare ai problemi del personale, per “ricostruire un senso di appartenenza all’Ente attraverso il dialogo e i rapporti umani. Nessuna organizzazione può conseguire risultati, se ha alle spalle una struttura demotivata”. La riforma del Titolo V della Costituzione e l’e-government (l’informatizzazione della pubblica amministrazione) sono, secondo l’assessore Mattei, gli elementi caratteristici per delineare una nuova organizzazione del personale. La pubblica amministrazione è sempre più raccordata con il cittadino e le sue esigenze, ragione per cui occorre superare la logica referenziale. “Le riforme Bassanini hanno posto al centro degli obiettivi il cittadino. La soddisfazione dei suoi bisogni è la grande prova che pende sulla amministrazione pubblica. I pubblici dipendesti devono rimettersi in discussione: è difficile cambiare il proprio approccio culturale e professionale alle questioni, ma i tempi sono mutati. Oggi, come Regione, con questo master, lanciamo una sfida, indichiamo un percorso e i risultati senz’altro arriveranno”. La Mattei ha parlato della necessità di uno stretto raccordo tra direzione politica e tecnica, rimuovendo, in particolare, gli ostacoli che frenano la crescita di un management femminile. “Solo il 31% della dirigenza regionale è donna, e questo è un punto critico della nostra organizzazione”. L’assessore ha concluso l’intervento auspicando, ancora una volta, il superamento di “una logica burocratica, per avvicinare la Regione alla gente”.