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17/04/2002

15-21 Aprile- IV Settimana della Cultura CRISTINA CECCHINI: “IL MUSEO FUNZIONA SE E’ PORTA DI INGRESSO DEL TERRITORIO.” Presentata l'indagine sui musei marchigiani. Regione, l'ente che ha assegnato più risorse ai musei.

Un’indagine-censimento su 216 musei marchigiani che servirà come modello di rilevamento per le altre regioni italiane, è stata presentata oggi dall’assessore regionale alla Cultura Cristina Cecchini, in occasione della IV Settimana della Cultura, nel corso di in conferenza stampa svoltasi presso la sede del Museo Archeologico nazionale di Ancona. Le Marche con il loro diffusissimo patrimonio museale sono, infatti, la Regione pilota scelta dall’ISTAT, per fornire al Ministero dei Beni culturali una serie di metodi e informazioni che permetteranno di testare la situazione dei musei italiani. L’indagine condotta dal Servizio statistico regionale, con la collaborazione fondamentale del Centro regionale per i Beni Culturali e del Servizio Beni e Attività Culturali, ha una valenza non campionaria ma censuaria e sperimentale per disporre, in primo luogo, di indicazioni utili alla programmazione degli interventi, e poi come base per ulteriori indagini sul consumo culturale dei marchigiani. “Abbiamo potuto osservare dai dati – ha detto Cristina Cecchini- sia in termini economici e quindi di numero di visitatori, sia di innovazione, sia di promozione culturale e turistica, che i musei che funzionano sono quelli sui quali l ‘ente proprietario costruisce una seria politica di investimento, con una capacità di gestione mirata, se organizza mostre temporanee e se è inserito in un circuito a rete tra cultura e turismo. Funziona quindi se il Museo è la “porta di ingresso” della città e del territorio. Ma sono ancora troppi quelli che stanno sotto la soglia dei 1700 visitatori all’anno. Ed è per questo che occorre valorizzarli con un’azione mirata alle diverse fasce di popolazione : i piccoli musei come luoghi di partecipazione attiva alla cultura locale e i musei maggiori come contenitori aperti all’innovazione espositiva e luoghi di ricerca e studio. L’impegno finanziario della Regione è stato finora il più rilevante. Dall’indagine infatti emerge che il 52% delle risorse per vari interventi provengono dalla Regione Marche il 32% dagli enti locali e solo il 21% dallo Stato a cui seguono i fondi UE per il 14%. In virtù di questo notevole ruolo svolto dalla Regione, l’impegno solenne che prendo oggi in questa sede rappresentativa dei musei marchigiani, è che tra un anno, alla prossima Settimana della cultura, riverificheremo il consumo culturale dei marchigiani in termini di partecipazione, perché vogliamo invertire gli indicatori negativi, costruendo un’immagine diversa dei musei per farli diventare luoghi di forte attrazione.” I dati emersi dall’indagine La rilevazione ha riguardato 216 musei sui 227 operanti sul territorio marchigiano nel 2000 ( nel 95 erano 172). Le attività svolte dai musei. Conservazione, il 90% delle strutture; valorizzazione il 76% compresa la didattica (soprattutto visite guidate che corrisponde al 64% delle attività) realizzata però solo dal 10% in maniera sistematica; sono catalogati, cioè provvisti di un catalogo per la maggior parte in forma cartacea, il 47% dei musei. I dati negativi sono l’attività di ricerca, laboratorio, restauro, acquisizione svolta da meno della metà dei musei. “E’ questo della politica progettuale sulla ricerca e studio- ha detto Cristina Cecchini- uno dei problemi che va affrontato con rapidità. Si inizia a vedere la realizzazione di laboratori didattici e di ricerca , esperienze che ci fanno ben sperare ma che bisogna diffondere maggiormente nella regione.” Status giuridico: il 71% dei musei marchigiani è di proprietà pubblica ( soprattutto comunale) il 26 % di privati e tra questi il 21% di enti ecclesiastici. Materiale conservato: in prevalenza sono reperti storico-artistici ( 35%) e il 21% quelli specialistici soprattutto nei centri medio-piccoli; vengono poi quelli archeologici con il 14%. La quantità di materiale conservato è invariata negli ultimi 5 anni, segno di una scarsa propensione all’acquisizione di beni: “un altro problema impellente da affrontare - ha rilevato l’assessore- quello della scarsità di fondi da destinare all’acquisto di opere. La mancanza di autonomia finanziaria è una questione da risolvere con un’azione concertata con gli enti locali proprietari. Si tratta di un indicatore correlato anche alla carenza di direzione scientifica nei musei e di personale qualificato. Un dato da invertire, attraverso una dotazione finanziaria di 1.550. 000 euro che fa capo ai fondi del FSE.” Accessibilità al pubblico: 135 musei su 216 sono aperti con orari prestabiliti. La maggior parte ha quindi un calendario regolare. In 126 musei l’entrata è gratuita. Alcuni dati di approfondimento: molti musei marchigiani sono sotto lo standard previsto dal decreto legislativo 490/99. L’80% dei musei non ha lo statuto che è un requisito obbligatorio, pena la declassazione; l’89% non ha un bilancio autonomo, solo il 42% dispone di un capitolo di spesa proprio. “La Regione – ha spiegato la Cecchini – elaborerà uno statuto-tipo da sottoporre ai comuni che potranno adottarlo in breve tempo. Ai Comuni chiederemo anche di prevedere una specifica voce di bilancio ai musei per assicurare anche una minima autonomia finanziaria. Stiamo sbloccando inoltre 14 miliardi di lire previsti dal Docup Obiettivo 2 che consentiranno di migliorare gli standard museali, sia negli allestimenti, negli impianti di sicurezza e abbattimento barriere architettoniche, sia come promozione , dopo aver consolidato e incrementato le reti museali.” Destinazione originaria delle sedi: viene confermata la doppia valenza del patrimonio museale marchigiano: il 56% delle sedi sono monumentali ( palazzi, chiese e conventi, castelli) e sono edifici vincolati il 73%. Le sedi in massima parte risultano in buone condizioni ( il 64%) e ottime il 25%. Servizi al pubblico: punti accoglienza e informazioni ( 28%) ; book shop 32%; bar e ristorazione il 2%. Guardaroba il 6%. I nostri musei , se confrontati con i musei statali italiani, risultano carenti di strutture per il pubblico, ma va anche detto che essendo collocati spesso in strutture storiche, non è sempre possibile adattare locali per i servizi aggiuntivi. Strutture presenti nel museo: solo il 36% possiede una biblioteca, bassa anche la percentuale di sale per laboratori tecnici, fototeche, sale conferenze. (ad’e)