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13/04/2002

I TRAPIANTI D'ORGANO NELLE MARCHE

L’attività di reperimento degli organi è strategica per la Regione Marche. La Giunta regionale intende utilizzarla come uno dei parametri di valutazione dei direttori generali. Lo ha affermato l’assessore alla Sanità, Augusto Melappioni, nel corso del meeting su: “Donazione e trapianto di reni”, svoltosi al Polo didattico di Torrette di Ancona, promosso dall’Azienda ospedaliera Umberto I e dalla Facoltà di medicina e chirurgia del capoluogo. Un convegno interdisciplinare, convocato al termine della “Settimana della donazione” indetta dal ministero della Salute. “Una manifestazione scientifica – è stato ribadito dai relatori – che è anche la testimonianza di un atto d’amore, qual è la donazione”. Secondo Melappioni, “questa settimana vale un anno; la sua tematica deve essere al centro di tutta l’attività e di tutta la programmazione regionale” “La ricerca di organi – ha sottolineato l’assessore – è un dovere delle Aziende sanitarie, in quanto rappresenta un bene indispensabile per i cittadini e un risparmio di risorse per l’ente pubblico”. Una dialisi, è stato detto, costa alla collettività 51.645 euro (100 milioni) all’anno, molto più di un trapianto. Inoltre, è un trattamento cronico, quindi prolungato nel tempo, con un costo sociale elevato, sotto forma di perdita di ore lavorative, sia dei pazienti, che dei familiari. “Nel campo dei prelievi d’organo – ha aggiunto Melappioni – le Marche hanno sinora ottenuto scarsi risultati. La realtà marchigiana, del resto, non presenta un’organizzazione diffusa e consolidata, per quanto riguarda prelievi e trapianti”. Una situazione che deve essere migliorata, secondo l’assessore, attraverso la definizione di un nuovo modello sanitario: “Viviamo una fase delicata di trasformazione del sistema; dobbiamo lasciarci alle spalle il modello vecchio, anche se a questo siamo ancora affezionati, perché ha contribuito alla crescita sociale della regione. L’attuale modello organizzativo ha concluso il suo percorso. I prossimi mesi saranno fondamentali per correggerlo nell’ottica della qualità e dell’appropriatezza. Non è solo un problema economico, ma di capacità di risposta alle esigenze di marchigiani. I dati non lusinghieri sui trapianti testimoniano l’urgenza di invertire una tendenza che è anche frutto di un’organizzazione sanitaria superata”. “Sono responsabile di un sistema sanitario solidale e universale – ha concluso l’assessore, criticando le scelte del governo nazionale – e voglio lasciare ai marchigiani una sanità ancor più solidale e universale”. Alcuni dati sui prelievi nelle Marche sono stati forniti dal presidente regionale Aido, Norberto Marotta. Su 1 milione e 200 mila iscritti italiani, i marchigiani sono 29.200. in proporzione: 19 su mille abitanti in Italia, 20 su mille nelle Marche. A questo rapporto positivo corrisponde, però, una percentuale di prelievi non soddisfacente: 11,6% nella Marche, a fronte di un 17,1% nazionale. Tuttavia, nel corso del 2001, si è registrato un incremento dell’attività di donazione: “Massimo storico - secondo Marotta – dovuto più a casualità, che a programmazione. Manca un efficace modello organizzativo, occorre stimolare di più la popolazione e le istituzioni”. Se questa è la realtà, come incentivare i prelievi? Sono stati indicati alcuni obiettivi da centrare: “Sviluppare la sensibilità collettiva, aumentare il numero delle donazioni, potenziare l’attività di innesto dei tessuti, organizzare l’attività trapiantologia, formare gli operatori, qualificare i coordinatori locali”. Non partiamo da zero, è stato ribadito. Nelle Marche è già stata costituita la Banca regionale delle cornee presso l’Asl 6 di Fabriano e bisogna ora puntare a istituire un “Centro regionale per l’attività di prelievo e trapianto”. Il meeting ha registrato anche gli interventi di Duilio Testasecca (coordinatore regionale dei trapianti, Alfeo Montesi (direttore generale Azienda ospedaliera Umberto I), Claudia Pizzi (Policlinico di Milano) e Luigi Boschiero (Azienda ospedaliera di Verona).