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27/03/2002

L'AGRITURISMO HA UNA NUOVA LEGGE. FISSATO IL NUMERO MASSIMO PER ALLOGGIO E RISTORAZIONE. L'80% DEI PRODOTTI REGIONALI. UN REGOLAMENTO FISSERA' GLI ADEMPIMENTI AMMINISTRATIVI.

Le Marche hanno una nuova legge sull’agriturismo e il turismo rurale. Molte le differenze con la normativa precedente, nonostante questa fosse recente e già innovativa (l.r. 27/99). Cambia l’impianto perchè il settore è maturato negli ultimi anni, diventando il “simbolo” della multifunzionalità dell’agricoltura nelle aree rurali, con una responsabilità crescente nella valorizzazione e promozione del territorio, in particolare di quello di montagna e svantaggiato, dove è fondamentale la presenza dell’agricoltore per il suo ruolo di salvaguardia e di vitalità dell’ambiente. E’ anche una normativa che accentua le particolarità rispetto all’offerta turistica convenzionale: è infatti lo stesso operatore agrituristico che è interessato a coprire uno “spazio specifico”, perchè deve rispondere ad domanda precisa e particolare. E’ ribadita la connessione stretta con l’attività agricola, che deve rimanere principale, anche se la valutazione non viene più fatta sulla base delle fatturazioni, ma attraverso il conteggio del tempo-lavoro impiegato. Meccanismo che consente di “accompagnare” la reale vita dell’impresa, per cui, l’attività agrituristica sarà considerata in relazione diretta all’ordinamento colturale dell’azienda. E’ semplificata l’azione amministrativa: la maggior parte degli adempimenti vengono normati attraverso lo strumento regolamentare, che dovrà determinare le tabelle di riferimento per il calcolo delle ore lavorative tra le due attività (agricola e agrituristica), la tipologia dei prodotti da utilizzare, oltre alle norme igienico-sanitarie e i periodi minimi di apertura. Il regolamento verrà approvato quanto prima dalla giunta regionale. Le stesse procedure per l’iscrizione all’Albo regionale sono semplificate: non c’è più una Commissione regionale che vaglia le domande, che vengono semplicemente “istruite” dagli uffici regionali. Ma vediamo le principali differenze con la vecchia legge. Prodotti utilizzati. Devono essere, per almeno l’80% di origine regionale, di cui non meno del 35% di provenienza aziendale, che può ridursi al 25% per le aree svantaggiate (percentuali più alte rispetto alla l.r. 27/99). Per alcuni prodotti - è il caso di vino, olio o miele - la percentuale salirà, con il regolamento, al 100%. Il regolamento si occuperà anche della macellazione in azienda: un aspetto importante, che consente il consumo di animali di bassa corte, fino ad ora reso praticamente impossibile. Ospitalità in alloggi. Si può arrivare ad un totale di 35 posti letto, che può salire a 50 nelle aree svantaggiate o comprese nei parchi regionali (il limite massimo, prima era più basso, ma si alzava in maniera significativa nel caso di zone svantaggiate o di offerta in forma associata, raggiungendo i 60 posti). Somministrazione di pasti. Il limite massimo è di 70 posti a tavola, eventualmente elevabile a 90 qualora l’azienda possa dimostrare una produzione aziendale di auto-approvvigionamento di almeno il 50% (prima era di 50 posti, elevabile fino a 100 in determinati casi). Barriere architettoniche. I servizi per i portatori di handicap sono sempre previsti nelle strutture che abbiano almeno 6 camere o 4 piazzole di sosta o 25 posti a tavola. Incentivi. Sono definite le modalità per accedere ai contributi in conto capitale per gli operatori iscritti nell’Elenco regionale: per ristrutturazione, arredamento e attrezzature, realizzazione di itinerari, strutture sportive e ricreative. La legge si occupa anche del turismo rurale, che assume due connotati particolari – country-houses e centri rurali di ristoro e degustazione – fissando anche per questo regole precise e meno restrittive. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Luciano Agostini, che ha sottolineato che si tratta di una legge che consente di svolgere serenamente l’attività agrituristica, stabilendo le regole, ma anche riconoscendo all’operatore un ruolo di primo piano. Agostini ha detto che è un’attività che si presta in maniera particolare per essere svolta dai giovani: contiamo di stimolare, anche con questo strumento, un ricambio generazionale nell’agricoltura. L’assessore ha detto che la legge è frutto di una lunga concertazione con le associazioni professionali e di categoria e che ha potuto contare anche sul contributo delle rappresentanze del turismo tradizionale. Agostini ha anche “invitato” i marchigiani a passare le prossime festività, facendo riferimento alle nostre strutture agrituristiche. E ha ricordato che è a disposizione una guida dell’Assessorato con l’elenco di tutte le aziende marchigiane. La guida dell’Assessorato regionale. E’ stata stampata in 30 mila copie, in tre lingue (italiano, inglese e tedesco) e verrà distribuita nelle principali manifestazioni fieristiche all’estero e in Italia. Il primo appuntamento è per il 2-3-4 maggio, all’Abbadia di Fiastra, dove si terrà una manifestazione nazionale, la Borsa del turismo in campagna, che vedrà la presenza di operatori specializzati e dove ci sarà l’opportunità dell’incontro domanda-offerta agrituristica. E’ suddivisa per provincia e riporta gli esercizi operativi per un totale di 316 (50 in Ancona, 56 ad Ascoli Piceno, 93 a Macerata e 117 a Pesaro-Urbino). Una legenda segnala i servizi offerti: pernottamento, ristorazione, campeggio, maneggio e altri sport o cure per il benessere del corpo, se si assicurano servizi per i portatori di handicap e si accettano animali. Prima di passare all’elencazione delle singole aziende per provincia, sono illustrate le caratteristiche del territorio, una sorta di “piccola guida dentro la guida”, dove sono indicate le eccellenze che vi si incontrano. La statistica. Aumento del 25% di presenze nel raffronto tra 2001 e 2000. Da segnalare il dato della provincia di Ancona dove si raddoppiano le presenze in valori assoluti (si passa da 22.457 a 43.217). L’aumento del 25% è particolarmente significativo, se si considera che il 2000 è stato l’anno del Giubileo e l’agriturismo aveva già avuto un sensibile incremento, soprattutto per la presenza di stranieri. Cresce l’agriturismo in Italia. Il fatturato 2001-2000 è del +12,5%. Nelle Marche un incremento del numero delle aziende del 4% (dati 2000-1999). Il profilo dell’agriturista. Una indagine traccia un profilo dell’utenza. Chi sceglie di fare le vacanze in azienda è un turista più consapevole: si documenta per circa il 90% su una guida di settore. Nel 55% dei casi è giovane (tra i 18 e i 35 anni), mentre il rimanente 45% non supera i 55 anni. Per il 50% lavora nel terziario e il 20% nelle professioni. Il 64% ha almeno il diploma di scuola media superiore e un altro 30% la laurea. Sceglie l’agriturismo soprattutto per stare a contatto con la natura, il mondo rurale e la sua tranquillità, ma anche per il piacere delle cose genuine, l’enogastronomia al primo posto. Soddisfazione anche per il rapporto che si crea con i proprietari, dove la dimensione della “familiarità” diventa importante. L’indagine mette in risalto che è un utente, che non rientrerebbe nei circuiti più tradizionali dell’offerta turistica. (e.r.)