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08/03/2002

Parere negativo di 6 Regioni sul Disegno di legge Delega al Governo in materia di istruzione e formazione professionale - D’AMBROSIO : LE RAGIONI DEL NOSTRO DISSENSO

“La Regione Marche insieme alle Regioni Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Toscana e Umbria ha espresso parere negativo, in sede di Conferenza Stato-Regioni-Città, nei confronti del disegno di legge Delega al Governo per la definizione delle nome generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale. In primo luogo non condividiamo lo strumento della delega in quanto sottrae alle Regioni, e prima ancora al Parlamento, la possibilità di intervenire efficacemente su una materia di fondamentale importanza che tocca aspetti di legislazione concorrente. E’ poi una forzatura affidare a decreti delegati l’emanazione di norme generali di principio che devono essere oggetto di legge ordinaria. Il disegno di legge non solo non identifica e non garantisce le risorse ordinarie necessarie al funzionamento a regime dell’intero sistema, ma non ne prevede neppure il trasferimento alle Regioni e agli Enti locali. L’anticipo a due anni e mezzo delle iscrizioni alla scuola materna comporta notevoli problemi di ordine pedagogico, logistico e organizzativo: si realizza di fatto il trasferimento di un segmento di asilo nido nella scuola materna, riunendo in una stessa struttura utenti con necessità assai diverse rispetto alle cure, agli spazi e ai percorsi didattici. Per l’obbligo scolastico il Governo ha mantenuto la riduzione dagli attuali nove a otto anni con l’abolizione dell’anno di orientamento nell’istruzione superiore e con la conseguente differenziazione a soli tredici anni dei percorsi formativi. E’ una scelta in controtendenza rispetto all’Europa, che riduce le opportunità di istruzione e formazione, immette elementi di selezione precoce e consolida la differenziazione sociale. L’autonomia delle istituzioni scolastiche, che con la riforma del Titolo V assume rilevanza costituzionale, viene palesemente disconosciuta. E’ infatti condivisibile che i curricula scolastici – e non i piani di studio – contengano un nucleo fondamentale unitario (piuttosto che omogeneo) che rispecchi cultura, tradizioni e identità nazionale; occorre però che la quota affidata alle Regioni sia realizzata secondo indirizzi regionali nell’ambito delle autonomie scolastiche. Lo schema di legge delega delinea l’alternanza scuola-lavoro non come modalità didattica ma come percorso autonomo, rispondente a logiche e necessità del tutto estranee alle finalità di un sistema educativo. Il trasferimento alle Regioni dell’istruzione professionale – che rappresenta circa un quarto del sistema scolastico nazionale – comporterà notevoli problemi di riorganizzazione delle reti scolastiche, di risorse, di personale. E’ un processo che va accompagnato dal contestuale trasferimento delle risorse necessarie a garantire all’istruzione professionale un livello qualitativo pari a quello dell’istruzione.”