Un albero di limoni, pieno di frutti sani, è l’omaggio che il vice-presidente Gian Mario Spacca ha fatto alla delegazione degli industriali, guidati dal presidente Adolfo Guzzini. Un simbolo per sottolineare “che noi i limoni non li spremiamo, ma li facciamo crescere”, ha detto Spacca, polemizzando simpaticamente con Guzzini, rispondendo così alla “provocazione” della “consegna delle chiavi delle imprese” della recente manifestazione confindustriale.
Si è aperto così l’incontro di oggi pomeriggio, che segna la ripresa di un dialogo, che ha conosciuto anche toni accesi.
“La manovra fiscale della Regione – ha detto Spacca - non ha un approccio ideologico finalizzato alla redistribuzione dei redditi tra classi sociali.” E’ invece la definizione “trasparente” del collegamento tra prelievo fiscale e servizi, che la Regione eroga al cittadino. “Si potrà discutere se questa erogazione possa essere recuperata ad una maggiore efficienza, o se la Regione offra troppi servizi ai cittadini. Per questo occorre confrontarsi, scambiarsi conoscenze, innalzare la relazione tra pubblico e privato, ed abbassare la conflittualità sociale. Solo così si potrà assicurare la futura, ulteriore, crescita della nostra Regione, anche nel campo dell’economia”, ha sottolineato il vice-presidente.
E’ stato fatto un riepilogo delle risorse disponibili, per il 2002 e per i settori produttivi: circa 170 miliardi, il doppio rispetto all’anno scorso. Anche considerando il prelievo dell’IRAP, si arriva comunque ad una cifra pari a quella del 2001.
77 miliardi sono le risorse attivabili con l’Obiettivo 2, circa 70 vengono dal Fondo Unico per l’industria e oltre 22 miliardi sono risorse regionali.
In un anno – è stato precisato da Spacca – che possiamo considerare sicuramente “straordinario e comunque il peggiore” della legislatura, perchè è quello in cui si è dovuto mettere mano al risanamento del deficit e all’avvio del “federalismo vero”, ad una fase nuova, che sicuramente sconta tutte le difficoltà di una partenza.
E che, nelle Marche, ci sia stata attenzione per il sistema produttivo, da parte delle istituzioni, lo dimostrano le cifre: in pochi anni si è passati da 150 mila imprese a 172 mila. Cosa ha fatto muovere questo processo? Proprio quell’ambiente favorevole all’operatività del sistema produttivo, che è il segreto del modello marchigiano, dove non c’è conflittualità tra servizi al cittadino e politiche per lo sviluppo: nella sostanza un sistema di sicurezza sociale, che è all’avanguardia, come dimostrano diversi indicatori.
Gli industriali chiedono, che delle risorse del Fondo unico una parte considerevole venga destinata all’innovazione e sviluppo, perchè è proprio quella voce – ha detto Guzzini – che ha il potere di diventare la molla per “trainare” anche la crescita delle piccole imprese e dell’artigianato, che per il 60% almeno, sono direttamente collegate all’industria.
Un confronto quindi quello di oggi che si è riaperto su “questioni concrete”, abbandonando i toni polemici dei giorni scorsi e che avrà bisogno di ulteriori approfondimenti tra le strutture tecniche della Regione e della Confindustria. (e.r.)
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