Si stanno completando i corsi di formazione realizzati dalla Regione e indirizzati all’inserimento lavorativo e all’integrazione sociale di circa 100 immigrati albanesi, sulla base degli accordi realizzati dal Governo italiano all’epoca della Presidenza Amato, con quello albanese. Accordi simili riguardano anche immigrati marocchini e tunisini. L’attestato in assistenza domiciliare è stato consegnato ai primi 18 diplomati dall’assessore al Lavoro Cristina Cecchini durante un incontro promosso presso la sede della Giunta per una valutazione dell’esperienza. La quasi totalità dei corsisti, che vanno dai 17 anni all’età adulta, lavorano già regolarmente. Un risultato che si sta ripetendo anche per gli altri due corsi nell’edilizia e nel turismo, dimostrando preparazione e un notevole impegno dei soggetti partecipanti. Dei 18 assistenti domiciliari, ad esempio, 16 hanno ottenuto la massima votazione e due poco al di sotto. All’incontro in Regione hanno partecipato Daniela Carlà, Direttore generale per l’immigrazione del Ministero del Lavoro, e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), rappresentata da Ugo Melchionda, che ha curato la selezione dei soggetti, anche direttamente in Albania, individuando le figure professionali più utili nelle Marche.
A loro parere fra le cinque regioni adriatiche interessate, le Marche sono le più attive nell’interpretare le direttive del Governo per un’immigrazione non più selvaggia o occasionale, ma utile a risolvere i problemi professionali che il sistema produttivo locale accusa. Un sistema produttivo che ha interagito con la Regione, le Province e i Comuni marchigiani in tutte le fasi del progetto per un’occupazione organizzata “e che - come sostiene Cristina Cecchini – è interessato ad ampliare l’intervento e completarlo sulla strada del processo d’integrazione attraverso la politica della casa. Nelle Marche sono previsti 200 nuovi alloggi finanziati dallo Stato che daranno risposte significative ai circa 585 lavoratori immigrati albanesi presenti e raggiunti in molti casi dalle famiglie. I problemi logistici sono altrettanto importanti quanto quelli legati alla formazione; durante il corso abbiamo dovuto affrontarne tanti.”
Le Marche sono la regione con la più alta presenza in percentuale di albanesi e anche una di quelle più interessate alla presenza di lavoratori per mantenere attivo un sistema che conta molto sulla presenza di manodopera capace. Motivo per cui l’iniziativa ha assunto un grande rilievo nell’ambito delle politiche attive del lavoro. (fb)
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