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26/02/2002

Nuovo disegno di legge della giunta regionale. UN SISTEMA INTEGRATO PER LE POLITICHE DI SICUREZZA

Sicurezza intesa come ordinata e civile convivenza nelle città, distinta dalle specifiche funzioni di ordine pubblico e legata, invece, al concetto di integrazione delle diverse politiche per il territorio. E’ questo il principio ispiratore del nuovo disegno di legge, approvato dall’esecutivo regionale nel corso dell’ultima seduta e denominato “Sistema integrato per le politiche di sicurezza e di educazione alla legalità”. Il progetto di legge, ad iniziativa del presidente della giunta Vito D’Ambrosio, si basa sulle concezioni di “sicurezza locale” e di integrazione, facendo riferimento all’insieme delle competenze della Regione e degli enti locali. Integrazione quindi, come promozione e concorso di più interventi, di più strumenti finanziari e di politiche collaborative di prevenzione e contrasto alla criminalità tra organi regionali e statali. L’obiettivo è dunque quello di produrre sicurezza, convergendo le diverse competenze in un progetto organico, un sistema appunto, caratterizzato dalla trasversalità. “Le Marche – ha commentato il presidente D’Ambrosio – dimostrano da anni una particolare attenzione verso il tema della sicurezza. Sono state, infatti, tra le prime regioni italiane ad avviare una politica regionale sulla sicurezza, dotandosi di uno strumento legislativo come la legge 3 del 1998 - che ha istituito l’Osservatorio permanente per la promozione della legalità - e aderendo al Forum europeo per la Sicurezza Urbana. Sono particolarmente soddisfatto – ha aggiunto D’Ambrosio - del positivo esito dei lavori della Conferenza regionale sulla sicurezza del novembre scorso, caratterizzata da modalità di lavoro che hanno portato a risultati concreti, al riconoscimento del ruolo regionale di raccordo dei diversi soggetti, alla valorizzazione della buona pratica in un’ottica di reciprocità tra le diverse autonomie locali. Con la precisa finalità di ridurre il senso di insicurezza nei cittadini, i valori fondamentali legati alla diffusione della cultura della legalità, allo sviluppo di politiche integrate nell’ambito sociale, della qualità degli ambienti urbani, dell’istruzione, insieme alle diverse esperienze maturate in altre regioni e città, ci hanno guidato nella redazione di questo testo di legge che rappresenta il compimento dell’impegno preso proprio nel corso della Conferenza regionale. Uno strumento legislativo, dunque, innovativo che, anche alla luce delle nuove potestà assegnate alle regioni dalla riforma Titolo V della Costituzione, come per altri ambiti, ci fa essere all’avanguardia anche in questo delicato settore.” La normativa, composta da otto articoli, prevede una dotazione finanziaria superiore a quella della legge regionale 3/98 di cui si propone l’abrogazione. Il testo legislativo, inoltre, è stato sottoposto all’esame della Conferenza regionale delle Autonomie che si è espressa favorevolmente. Il ruolo attivo della Regione è delineato nel sostegno alla progettazione degli enti locali, nell’indirizzo della programmazione, nella creazione di infrastrutture (sistemi informativi) utili allo sviluppo delle politiche integrate, nel ricorso a strumenti di concertazione istituzionale, nella formazione e aggiornamento degli operatori e creazione di nuove professionalità. La proposta di legge non tratta la materia della polizia locale, lasciando inalterata quella vigente, in considerazione che tale ambito è attualmente in una fase di forte evoluzione e approfondimenti interpretativi dopo la riformulazione degli artt.117 e 118 della Costituzione. Va segnalato infine, l’ampliamento del ruolo dell’Osservatorio permanente della sicurezza. Si tratta di un ‘evoluzione dell’organismo già istituto dalla legge del 98 che avrà funzioni di consultazione della giunta regionale per i compiti di programmazione e valutazione degli interventi regionali per la sicurezza. Per favorire un effettivo apporto operativo ispirato all ‘integrazione, è stata prevista una più ampia rappresentatività. L’organo sarà infatti articolato in un Comitato di indirizzo, dove confluiscono qualificate presenze istituzionali e delle autonomie locali e in un Comitato scientifico con professionalità specifiche per tradurre in proposte e progetti le indicazioni del Comitato di indirizzo. (ad’e)