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15/01/2002

TUTELA DELLE ACQUE. LA GIUNTA APPROVA UN PROGRAMMA OPERATIVO PER IL MONITORAGGIO E LO STUDIO DELL’INTERO SISTEMA. OLTRE UN MILIONE DI EURO A DISPOSIZIONE. I COMPITI DELL’ARPAM.

La giunta ha approvato il Programma Operativo Integrato (P.O.I.) in materia di tutela delle acque. Si tratta di uno strumento organico, che armonizza azioni già avviate con altri interventi da attivare: nella sostanza un coordinamento dei monitoraggi e studi dei corpi idrici superficiali e sotterranei delle Marche. Il Programma, che verrà realizzato dall’ARPAM, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, può contare su risorse messe a disposizione dal Ministero per un totale di circa 1 milione e 200 mila euro. La tutela della risorsa idrica – intesa come fiumi, laghi, mare, acque di transizione, sotterranee e corpi idrici artificiali – è un obiettivo strategico della politica regionale, per il suo uso idropotabile, ricreativo (balneazione), per scopi agricoli (irrigui), energetici e industriali, utilizzi che spesso creano problemi di ordine ambientale e sanitario. Proprio per scongiurare questo rischio è necessario il coordinamento previsto nel P.O.I. “Uno strumento di programmazione, che fa tesoro dell’esperienza maturata in questi anni – l’ha definito l’assessore all’ambiente Roberto Ottaviani - Il suo pregio è quello di indicare le linee e le direttrici su cui muoversi, coordinando il lavoro e ottimizzando le risorse economiche e umane disponibili. Operazione indispensabile soprattutto oggi che esistono diversi strumenti di pianificazione (Piano di Tutela delle Acque, Piani d’Ambito, Piani di Bacino), che concorrono tutti verso le stesse finalità di tutela e uso razionale della risorsa idrica. Non una novità quindi – ha aggiunto – ma uno strumento trasparente, che rappresenta il riferimento per tutti i soggetti sul territorio, che vivono e lavorano con la risorsa acqua.” La normativa di riferimento è il Decreto legislativo 152/1999 e successive modificazioni, che rappresenta una sorta di testo unico in materia, recependo anche le direttive comunitarie. Il P.O.I. è corredato da una serie di tabelle che, per ogni corpo idrico, indicano la normativa di riferimento, i tipi di monitoraggio, i tempi in cui questi vengono eseguiti e le risorse finanziarie, prevedendo un continuo aggiornamento. E’ la tabella dei riferimenti programmatici quella che tutti i soggetti, che operano nel settore devono impegnarsi a mantenere continuamente aggiornata, in modo che chiunque possa trovare una fotografia dello stato di conoscenza delle acque nelle Marche. Le classificazioni non sono effettuate con indagini solo sulla matrice acqua, ma anche attraverso saggi biologici, determinazioni sui sedimenti e test ecotossicologici. L’attività di monitoraggio è svolta dall’ARPAM - può attivare forme di collaborazione con le Autorità di Bacino, le Amministrazioni provinciali, le AATO, la Protezione Civile e l’ASSAM...- che deve inviare una relazione semestrale alla Regione, nella quale indicare tutte le classificazioni ottenute dalle analisi e le varie modificazioni intervenute. La rete di monitoraggio su cui si lavora è costituita da 65 stazioni significative sui corpi idrici superficiali interni, mentre le stazioni sul mare sono 73, a cui si aggiungono 226 punti di campionamento lungo la costa per l’idoneità alla balneazione. Riassumendo i monitoraggi rilevano la qualità: · ambientale delle acque interne e marine superficiali, · delle acque destinate all’uso idropotabile, · delle acque destinate alla vita dei pesci, · delle acque destinate alla vita dei molluschi, · delle acque destinate alla balneazione, · delle acque sulla sorveglianza algale. (e.r.)