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10/01/2002

Piano di Assetto Idrogeologico (PAI): CONCLUSE LE QUATTRO CONFERENZE PROGRAMMATICHE CON LE PROVINCE

Si sono concluse, presso la sede dell’assessorato regionale ai lavori Pubblici e Difesa del suolo, le conferenze programmatiche a livello provinciale, previste nell’ambito della fase di consultazioni del territorio sul Piano di Assetto idrogeologico (PAI), approvato dalla giunta regionale in settembre. Gli incontri tecnici- oggi, quello conclusivo con la provincia di Macerata e di Pesaro- sono stati tutti caratterizzati da una folta presenza di amministratori e sindaci, i soggetti maggiormente coinvolti dalle scelte di programmazione urbanistica adottate con il Piano. Le conferenze sono state precedute da altre riunioni operative per informare i soggetti interessati – privati e pubblici- sui contenuti del PAI e consentire la presentazione delle osservazioni che, fino ad oggi, sono circa duemila. Introducendo i lavori, l’assessore alla Difesa del suolo, Roberto Ottaviani, ha ricordato che il Piano nasce per consentire un livello di sicurezza “accettabile” su tutto il territorio del bacino idrografico e per definire le condizioni di uso del suolo e delle acque che garantiscano la stabilità del terreni e dei flussi di piena, in base alle caratteristiche delle aree interessate. “Soprattutto questo Piano – ha sottolineato Ottaviani- deve essere interpretato dai comuni e dagli enti locali interessati, non solo nell’accezione di vincolo, ma come supporto tecnico-scientifico per superare il concetto di “tampone” alle situazioni di emergenza ed arrivare a pianificare la prevenzione e la salvaguardia del territorio. Non dimentichiamo che è una normativa che discende dal decreto “Soverato”, tristemente famoso proprio perché è stato un esempio negativo di assenza di programmazione della difesa del suolo. La Regione Marche – ha proseguito l’assessore - vuole approvare il Piano definitivo entro giugno 2002, in modo da presentarsi tra le prime regioni italiane ad avere una programmazione organica, definita e immediatamente operativa che potrà condizionare positivamente l’erogazione dei contributi per gli interventi richiesti, che ammontano a circa 400 miliardi.” La maggiore preoccupazione espressa dai sindaci sul Piano è stata quella relativa alle incertezze per i tempi di adeguamento al PAI degli strumenti urbanistici ed hanno chiesto che vi sia un raccordo uniforme sulla vincolistica. Per questo è stata decisa la costituzione di tavoli tecnici di confronto tra i sindaci e l’Autorità di Bacino, in cui verranno discusse con ogni singolo comune le osservazioni presentate. Secondo il Piano, il rischio nel territorio marchigiano è suddiviso fra rischio frane, rischio idraulico e valanghe. Sono 18.500 i siti a rischio frana, il 16% del territorio regionale, di cui 90 hanno il massimo indice di rischio R4, caratterizzato cioè da una pericolosità d’area che deriva sia dalla possibilità di danni materiali alle strutture, ma anche all’ambiente e alle persone. Il rischio idraulico interessa tutte e trenta le aste fluviali ed ogni fiume è stato catalogato in base alla pericolosità. La strategia di intervento del PAI è infatti quella di considerare il fiume nella sua globalità, programmando interventi di salvaguardia, dalla sorgente alla foce, considerando che sono 430 le zone a rischio esondazione. Tutte le informazioni sul Piano di assetto idrogeologico sono consultabili anche sul sito www.autoritabacino.marche.it (ad’e)