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10/01/2002

META' DEI MARCHIGIANI NON PAGHERA' L'ADDIZIONALE IRPEF

La metà dei marchigiani non pagherà l’addizionale Irpef imposta dalla Regione con la recente manovra fiscale. Il dato scaturisce dalle stime della Banca d’Italia, mentre - secondo quelle della Facoltà di Economa dell’Università degli Studi di Ancona - addirittura il 75% dei contribuenti sarà esente. Questo perché la manovra regionale prevede l’esenzione dall’addizionale per le “persone fisiche” con un reddito inferiore a 30 milioni (€ 15.493,71). Il dato è stato riferito dal presidente della Giunta regionale, Vito D’Ambrosio, nel corso di una conferenza stampa. Presenti, oltre gli assessori, anche i capi gruppo consiliari della maggioranza. L’incontro è stato promosso - all’indomani della proclamazione dello sciopero generale di due ore, indetto dai sindacati confederali - per chiarire la reale portata della manovra. Ai sindacati il presidente ha fornito “risposte non polemiche, ma basate su dati oggettivi. Credo che, nella fase di definizione dell’intervento di bilancio, si sia registrata una carenza d’informazione sulle reali dimensioni e sul futuro della manovra”. Un prelievo fiscale, ha sottolineato D’Ambrosio, “calibrato alle esigenze di equità, di tutela della fasce deboli, e incentrato sul principio costituzionale della progressività della contribuzione. Il peso del prelievo comincerà a sentirsi sopra la fascia di reddito di 135 milioni (€ 69.721,68)”. Il presidente ha fornito alcuni esempi: chi ha un reddito di 42 milioni (€ 21.691,19), versa 10 mila lire (€5,16) al mese, perché paga solo su 12 milioni. Chi guadagna 62 milioni (€ 32.020,33), versa 29 mila lire (€ 14,98) al mese, pagando solo su 2 milioni l’aliquota maggiore. Con un reddito di 115 milioni (€ 59.392,54), si pagano, mensilmente, 149 mila lire (€ 76,95). Altro aspetto, non adeguatamente valutato secondo D’Ambrosio, riguarda l’Irap: “L’aumento dello 0,9% non si applica alle micro imprese”. Anche l’aumento della tassa di circolazione automobilistica è “minimo”: 16 mila lire (€ 8,26) per un bollo auto di 200 mila lire (€103,29); 24 mila lire (€ 12,39) per uno da 300 mila (€ 154,94). “Non siamo contenti di aver fatto la manovra – ha spiegato D’Ambrosio – ma andava varata. Non vogliamo rinunciare al welfare incentrato sulla sanità pubblica. Siamo giunti alla sua definizione per approssimazioni successive, in modo da arrivare al modello di prelievo più idoneo per le Marche. È una manovra che prevede non solo imposizioni, ma anche un rigoroso controllo delle spese di gestione. Abbiamo iniziato a risparmiare nella sanità, attraverso l’avvio della centralizzazione degli acquisti. Abbiamo impartito le prime disposizioni per ridurre le spese di funzionamento delle strutte organizzative della Giunta regionale per il 2002, così da poter operare tagli di bilancio per 127 miliardi (oltre 65 milioni di euro)”. Il presidente, inoltre, ha definito “contraddittorie” le scelte del governo nazionale: “Alle Regioni è stato imposto di coprire il proprio deficit sanitario del 2001 con imposte e ticket. Per la prima volta si ricorre a questi strumenti nella sanità; così come, per la prima volta, il bilancio regionale non può ricorrere all’indebitamento (mutui, N.d.R.) per chiudere in pareggio”. Questi, in conclusione, gli obiettivi della manovra, ricapitolati al temine da Vito D’Ambrosio: un intervento necessario per “non stravolgere il modello sanitario marchigiano e per avere una Regione più snella, in grado di assolvere i suoi compiti istituzionali con maggiore efficacia”.