Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
30/11/2001

SEMINARIO SULLE ATTIVITA' ESTRATTIVE - IL PIANO ENTRO GENNAIO - INNOVAZIONE E QUALIFICAZIONE PER GARANTIRE L'EQUILIBRIO TRA AMBIENTE E SVILUPPO

Garantire un’attività imprenditoriale soddisfacente, evitando danni al nostro patrimonio ambientale. E’ questo l’approccio con cui si è parlato oggi del Piano delle Attività estrattive. “E’ indispensabile che concorrano due elementi – ha detto il vice-presidente Gian Mario Spacca – la qualificazione delle imprese e l’introduzione di tecniche innovative. E’ nostra intenzione fare in modo, che questa attività di tradizione nelle Marche evolva in linea con il resto delle attività produttive e divenga un valido supporto alla nostra economia, dando anche un contributo in termini occupazionali.” Il PRAE è ora all’esame della Commissione consiliare e si prevede che possa essere licenziato entro il prossimo gennaio, così ha assicurato il presidente della IV Commissione Gabriele Martone. La giunta l’aveva adottato nel febbraio dell’anno scorso, quindi sono state poi raccolte le indicazioni dei soggetti interessati. All’iniziativa hanno partecipato studiosi della materia, come i docenti universitari Renato Mancini e Mario Fornaro, che si sono soffermati sulle tecniche innovative di coltivazione, come quelle “in sotterraneo”, precisando però che queste, costando circa il doppio di quelle tradizionali, sono convenienti in presenza di organizzazione e dimensioni aziendali adeguate. Così pure sono intervenute imprese direttamente coinvolte nell’attività di scavo, in particolare una regionale (la Muraro Mineraria) e una extra-regionale (la Omya). Accanto a questi tecnici sono intervenuti anche rappresentanti degli imprenditori (Claudio Cioli, presidente della Consulta per le attività estrattive di Confindustria) e degli imbientalisti (Andrea Dignani per il WWF, che ha detto di non condividere le “escavazioni in galleria”) e il presidente dell’UPI, Palmiro Ucchielli. Spetta infatti alle Province redigere i P.P.A.E., veri e propri piani operativi per l’esercizio dell’attività di cava: è questa la sede – ha detto Spacca - in cui le amministrazioni provinciali potranno esercitare, in modo autonomo, il loro ruolo di indirizzo e programmazione. Riassumendo, questi gli elementi su cui si fonda il Piano stesso e che devono caratterizzare il lavoro degli stessi Piani provinciali. 1) conciliare le esigenze di crescita qualitativa delle imprese e salvaguardia dei livelli di occupazione con quella irrinunciabile della tutela e conservazione delle risorse ambientali e territoriali. 2) concentrazione dei siti estrattivi, mediante l''incremento della dimensione media dell''impresa. Il Piano infatti prevede che l''attività sia dimensionata ai livelli produttivi ed alla stima dei trends evolutivi. 3) previsto il riciclaggio delle macerie. I capitolati per l''appalto di opere edili dovranno prevedere questa possibilità e, nelle opere pubbliche, questa scelta è favorita. 4) devono essere utilizzate tecniche di lavorazione rispettose dell’ambiente per limitare al minimo gli sprechi, prevedendo l''utilizzo di tutto il materiale movimentato. 5) i siti abbandonati o dismessi vanno sistemati e restituiti a destinazione d''uso compatibili con il contesto ambientale del sito. I temi della innovazione e riqualificazione del settore contenuti nel PPAR sono stati illustrati da Antonio Minetti e Gabriella Massacesi, rispettivamente Dirigente del Servizio Ambiente e dell’Ufficio Attività estrattive. (e.r.) CENSIMENTO Cave attive Le cave della Regione sono mediamente di piccole dimensioni, con una media di circa 30.000 m3 utili scavati all''anno. Di seguito la situazione dell’attività estrattiva di cava nelle Marche, prendendo a riferimento il 1998: Cave attive n° 166. Addetti direttamente impiegati n° 657. Produzione di materiale utile circa 4 milioni m3/anno. Il comparto quantitativamente più importante è quello della «sabbia e ghiaia" il cui peso è di circa il 55% dell''intera regione, seguito dal calcare massiccio, calcare stratificato e materiale detritico il cui quantitativo estratto è circa il 30% rispetto a quello dell''intera Regione. I comparti "minori": "gesso", soltanto in provincia di Pesaro, "arenaria", soltanto in provincia di Ancona ed Ascoli Piceno, "travertino" e "conglomerato", soltanto in provincia di Ascoli Piceno, rappresentano il 4% della produzione a livello dell''intera regione. La stima del fatturato è di 208 miliardi di lire annui. Cave dismesse Il Corpo Forestale dello Stato ne ha monitorato oltre 1600. Solamente 116 dei siti visionati non sono né recuperati né rinaturalizzati (copertura vegetale inferiore al 10 %); 221 siti di cave dismesse sono state oggetto di recupero e ben 793 si sono rinverdite spontaneamente con vari gradi di successo; Il 51% dei siti non necessita di interventi di tipo agroforestale; nel 42 % dei casi sono necessari interventi di rinverdimento su parte della superficie e solo nel 7 % dei casi sono giudicati indispensabili interventi riguardanti il soprassuolo.