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09/10/2001

DISEGNO DI LEGGE: ACCREDITAMENTO DELLE STRUTTURE SOCIALI RESIDENZIALI PER GARANTIRE STANDARD DI QUALITA’ PIU’ ELEVATI E CERTEZZA DELLE REGOLE

Facile collegamento con mezzi pubblici, spazi destinati ad attività collettive e di socializzazione, garanzia della privacy, figure professionali qualificate e figura di coordinamento, adozione di una carta dei servizi, pubblicizzazione delle tariffe. Sono questi , tra gli altri, i requisiti essenziali che le strutture sociali residenziali dovranno possedere per essere accreditate ed esercitare la loro attività. E’ quanto propone il disegno di legge che la giunta, su iniziativa dell’assessore ai Servizi sociali, Marcello Secchiaroli, ha recentemente licenziato con il titolo “Disciplina in materia di autorizzazione e accreditamento delle strutture sociali a ciclo residenziale e semiresidenziale” . La legge, una volta approvata dal Consiglio regionale, fornirà ai Comuni criteri base omogenei e di sicuro riferimento per il rilascio dell’autorizzazione, l’accreditamento e la corresponsione delle tariffe ai soggetti gestori delle strutture, siano essi enti pubblici, ONLUS, associazioni , fondazioni, ecc. al fine di garantire standard di qualità più elevati nell’assistenza e far lavorare gli stessi Enti locali in condizioni di certezza del diritto. “ Tra gli elementi di novità che la riforma nazionale del welfare ha introdotto nel sistema dei servizi alla persona- ha spiegato l’assessore Marcello Secchiaroli – anche un aspetto tecnico come la regolamentazione delle procedure per l’accreditamento delle strutture sociali, può contribuire all’evoluzione del concetto di assistenza in termini qualitativi. La proposta, infatti, pur avendo la portata di una legge “quadro”, ha il merito di affrontare compiutamente una problematica inedita, perché mai regolamentata prima e di dare attuazione ad un altro tassello della riforma nazionale e del nostro Piano sociale. Una normativa, dunque, che si pone l’obiettivo di innescare un processo che porti a superare l’aspetto quantitativo per privilegiare quello qualitativo: una certificazione di qualità anche nel sociale e, in qualche modo, una fonte di sicurezza ai cittadini e alle famiglie con soggetti deboli, di un’assistenza adeguata ai bisogni che in questo campo sono purtroppo molti e differenti. Come legge “quadro” è stato lasciato ai regolamenti di esecuzione il dettaglio dei requisiti funzionali, strutturali ed organizzativi per le diverse tipologie di strutture.” La proposta di legge, composta da 17 articoli, disciplina, quindi, una materia caratterizzata finora da provvisorietà legislativa che lasciava ad atti amministrativi, rinnovati nel tempo, gli indirizzi ai quali i Comuni dovevano attenersi per il rilascio delle autorizzazioni all’esercizio di tali strutture, anche di nuova istituzione o di adeguamento di quelle già operanti. La nuova p.d.l. definisce anche le tipologie delle strutture: per minori, anziani, disabili, problematiche psico-sociali, soggette ad autorizzazione e di quelle soggette all’obbligo di comunicazione di avvio dell’attività . Sono contemplate inoltre le modalità di verifica e di controllo della permanenza dei requisiti delle strutture e le procedure per la sospensione e revoca delle autorizzazioni (ad’e) Le tipologie delle strutture : - Minori - per interventi socio-assistenziali ed educativi integrativi o sostitutivi della famiglia . Possono essere distinte in comunità familiare, educativa, di pronta accoglienza, comunità –alloggio. - Disabili - per interventi socio-assistenziali o socio-sanitari finalizzati al mantenimento o recupero dei livelli di autonomia e a sostegno della famiglia. Distinte in comunità alloggio/gruppo appartamento; comunità socio-riabilitativa; residenza protetta; centro diurno socio-educativo-riabilitativo. - Anziani - per interventi socio-assistenziali o socio-sanitari, finalizzati al mantenimento ed al recupero delle residue capacità di autonomia della persona e al sostegno delle famiglie ( comunità alloggio, casa albergo, casa di riposo, residenza protetta, centro diurno) - Persone affette da AIDS, prive del necessario supporto familiare o per le quali la permanenza in famiglia sia impossibile - Persone con problematiche psico-sociali che necessitano di assistenza continua e risultano prive del supporto familiare o sia impossibile la permanenza in famiglia (comunità alloggio/ gruppo appartamento per persone con disturbi mentali; comunità alloggio per ex tossicodipendenti; comunità alloggio per gestanti e madri con figli a carico; comunità familiare; alloggio sociale per adulti in difficoltà, pronta accoglienza per adulti, centro di accoglienza per ex detenuti e detenuti, casa rifugio per donne ttime di violenza o vittime della tratta al fine di sfruttamento sessuale.