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06/08/2001

SPORTELLI UNICI, SPACCA REPLICA A CONFINDUSTRIA

In riferimento alle osservazioni di Confindustria Marche sulle problematiche degli sportelli unici, il Vicepresidente della Giunta Regionale, Assessore Artigianato e Industria, Gian Mario Spacca ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Le osservazioni di Confindustria Marche circa i ritardi di attuazione nelle Marche rispetto alla media nazionale degli sportelli unici risulta priva di fondamento e strumentale. Le Marche sono all’8° posto in Italia per la diffusione nei Comuni degli sportelli unici per le attività produttive. Il 66% dei Comuni marchigiani rilevati ha attivato ha attivato il servizio dello sportello unico, contro una media nazionale del 57%. Le Marche, sulla base di questi indicatori, sono avanti a Regioni quali Lombardia, Veneto, Toscana. Questi dati derivano dall’Osservatorio sulle semplificazioni che ha reso noto, al 30 giugno 2001, le rilevazioni effettuate dalle Prefetture. La Regione Marche ha svolto un ruolo di accompagnamento degli Enti locali nel decollo iniziale di questa rete di sportelli unici, la cui attivazione e gestione funzionale, è bene ricordarlo, rientra nella piena competenza dei Comuni. Tale ruolo di coordinamento si è esplicato soprattutto attraverso il sostegno finanziario ai progetti di istituzione degli sportelli: su un totale di 246 Comuni delle Marche ben 228 sono stati coinvolti nel processo di incentivazione alla costituzione di sportelli unici. Le osservazioni di Confindustria risultano anche strumentali circa le presunte carenze di disponibilità al dialogo della Regione. L’Assessorato, infatti, incontra periodicamente i rappresentanti di Confindustria sia al tavolo di concertazione delle politiche industriali, sia al tavolo del Patto per lo sviluppo: mai in questi ultimi mesi è stata sollevata in queste sedi dai rappresentanti di Confindustria l’esigenza di un approfondimento circa le tematiche degli sportelli unici. Appare quindi strumentale sollevare tale questione sugli organi di informazioni e non nelle sedi che sono istituzionalmente deputate a dibattere tali problematiche e che rischiano di essere delegittimate.”