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02/08/2001

INQUINAMENTO DELL’ARIA NELLA BASSA VALLE DEL CHIENTI E POTENZA. OTTAVIANI INCONTRA GLI INDUSTRIALI. VERSO LA FORMULAZIONE DI UN PROTOCOLLO D’INTESA.

Il segnale di disponibilità reciproca che l’assessore Roberto Ottaviani ha chiesto all’inizio dell’incontro con la Confindustria, sui temi della qualità dell’aria e delle emissioni industriali nella bassa valle del Chienti e del Potenza, c’è stato. Questa mattina infatti, nel corso di una riunione in Regione, alla quale hanno partecipato, insieme ad Ottaviani, il responsabile dell’ARPAM, Gisberto Paoloni, l’assessore della Provincia di Macerata, Stefano Leoperdi, e un gruppo nutrito di industriali della zona guidati dal presidente dell’Assindustria di Macerata, Franco Gazzani, si è concordato su un percorso comune. Percorso che dovrebbe portare alla firma di un vero e proprio Protocollo tra le parti per “definire regole certe”, è stato detto. L’area interessata del maceratese è ad alta intensità industriale, in particolare di aziende del settore calzaturiero, che lavorano con il polieuretano per la produzione delle suole delle scarpe. Questa attività, ma non è la sola, comporta effetti rilevanti non solo nella breve distanza, ma anche nelle acque sotterranee: si tenga conto che ben due acquedotti della provincia di Macerata, che servono una popolazione di circa 70 mila abitanti, non possono essere utilizzati per l’acqua potabile. Lo stesso assessore provinciale ha rivelato che un’indagine dimostra che sono molte le industrie non a norma e che sono in corso anche procedimenti giudiziari. Terreno questo, quello delle denuncie, che non è certamente quello che dà i risultati maggiori, ha detto Ottaviani e gli ha fatto eco Paoloni, perchè quello che produce effetti positivi è la crescita di una cultura dell’ambiente e del territorio, dove tutti possano riconoscersi. Nella sostanza quella di oggi è stata considerata una prima riunione, che segue – ha ricordato Ottaviani – un impegno che la giunta regionale aveva a suo tempo preso con quella di Civitanova Marche. Ma andrà formalizzato un Tavolo, al quale saranno chiamati a partecipare i Comuni interessati e le stesse autorità che eseguono i controlli. Perchè, proprio questo dei controlli, è stato considerato un punto debole. Tra gli industriali, c’è chi ha “denunciato” di essere, nel giro di poco tempo, stato controllato ben 43 volte, da soggetti via via diversi. Il presidente provinciale di Assoindustria ha detto di essere totalmente d’accordo sulla necessità che “insieme va tracciato un percorso comune” e ha indicato anche un periodo abbastanza breve nel corso del quale può essere già possibile ottenere risultati: entro Natale – ha detto – possiamo concordare “le regole, che noi ci impegniamo a far rispettare ai nostri associati. Stabiliamo inoltre quali sono i tempi e i costi per la messa a norma delle strutture.” Nella sostanza tutti si sono detti convinti che la condizione di poter certificare il prodotto marchigiano anche sotto il profilo della compatibilità ambientale è un “valore aggiunto” in termini di qualità, sia per il prodotto, che più in generale per il nostro territorio, oltre che naturalmente per la qualità della vita delle persone che ci vivono e lavorano. (e.r.)