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02/08/2001

Regioni Marche ed Emilia Romagna - ACCORDO QUADRO INTERREGIONALE PER LA GESTIONE DELLA MOBILITÀ SANITARIA

Prove tecniche di “federalismo solidale” tra le Regioni Emilia Romagna e Marche. Il settore di sperimentazione è quello della sanità. La Giunta regionale marchigiana e quella emiliana rappresentate dai due presidenti Vito D’Ambrosio e Vasco Errani hanno sottoscritto oggi a Roma alla presenza degli assessori competenti un accordo quadro per la gestione della mobilità sanitaria. A livello nazionale è la prima intesa che viene siglata per regolamentare, principalmente, i ricoveri ospedalieri tra strutture di regioni diverse, attraverso verifiche preventive di utilità e appropiatezza. La convenzione prevede che le Aziende sanitarie confinanti di Rimini e Pesaro procedano alla “formalizzazione di un accordo di fornitura”, cioè all’assunzione di reciproci impegni per garantire un’assistenza di qualità nell’ambito del budget concordato. Analoga possibilità viene concessa alle altre Aziende delle due Regioni per regolare i rispettivi rapporti, anche di natura finanziaria, in corrispondenza di consistenti flussi di mobilità. Un gruppo di monitoraggio, composto da funzionari regionali e da rappresentanti delle Aziende sanitarie che perfezioneranno gli accordi, viene chiamato a vigilare sull’attuazione dell’intesa. “Le Marche e l’Emilia Romagna – sottolinea l’assessore regionale marchigiano alla Sanità, Augusto Melappioni – scelgono di integrare le rispettive politiche sanitarie per pervenire a una maggiore equità territoriale nell’accesso ai servizi. Mostrano di saper cogliere le opportuna offerte dal federalismo solidale, rifuggendo forme di competizione tra realtà contigue che sono tipiche di altre organizzazioni federali. Insieme danno vita a un modello sperimentale di relazioni tra Regioni confinanti di grande interesse in campo sanitario, che tiene conto dei bacini di utenza reali e non solo istituzionali. L’obiettivo è quello di distribuire in maniera equa e razionale i servizi, eliminando i costi dovuti alla competizione per prestazioni simili, nella logica di un bacino d’utenza più vasto della singola Azienda sanitaria”. La mobilità ospedaliera tra l’Emilia Romagna e le Marche determina un saldo attivo di 60 miliardi di lire a favore dell’Emilia: sono di più i marchigiani che si curano fuori regione, rispetto agli emiliani che scelgono le Marche. L’80% delle prestazioni assistenziali (in entrambe le direzioni) riguarda una casistica di bassa complessità, mentre solo il 9% degli ingressi in Emilia e il 6% di quelli nelle Marche sono classificabili di “complessità elevata. Un 13% dei casi è censito addirittura come “ordinario”, cioè i pazienti potrebbero essere assistiti a livello ambulatoriale o domiciliare. Nell’Azienda sanitaria di Rimini si ferma il 43% dei marchigiani, di cui l’87% proveniente da Pesaro e Urbino. A Pesaro e Urbino, invece, si ferma un 60% di emiliani-romagnoli, di cui il 70% proveniente da Rimini.