La situazione delle forniture d’acqua nelle Marche è stata oggetto di un’indagine promossa dall’Assessorato alla Tutela dei consumatori della Regione che, a cura dello Sportello regionale del Consumatore, ha realizzato una pubblicazione presentata presso la sede della Giunta, su iniziativa dell’assessore Lidio Rocchi.
“Si tratta – ha detto Rocchi – di un’indagine per capire lo stato di salute dell’acqua nelle Marche, ma anche per capire le tariffe applicate e le fonti di approvvigionamento. Il risultato, in sintesi, è che l’acqua, nella nostra regione, ‘non sta male’ anzi è generalmente di buona qualità e sufficente.”
E’ quanto emerge anche dai dati illustrati da Gian Filippo Straccia (Sportello regionale del Consumatore). “L’acqua è sufficiente e, in alcune zone, di un’ottima qualità, fra le prime in Italia. Viene fornita a circa 196 Comuni marchigiani da un gruppo di 23 enti erogatori, in genere Consorzi, mentre gli altri 50 provvedono direttamente. Tutta l’acqua è potabile, evidentemente, e rientra nei parametri previsti dal DPR 236 dell’88. In particolari periodi, al-cune amministrazioni devono ricorrere ad ordinanze di non potabilità, a causa della presenza di nitrati, ma si tratta di fenomeni che rientrano in tempi molto brevi. La situazione delle tariffe applicate ai consumatori è decisamente varia, ma nella media nazionale. La variabilità, che va risolta, è dovuta alla eccessiva frammentazione di enti erogatori oltreché alla dispersione d’acqua legata, in alcune zone, allo stato degli acquedotti. Una condizione che in Italia riguarda il 30% circa di tali strutture. La zona che soffre di più è il pesarese, mentre l’ascolano ha una situazione decisamente buona, sia per quantità che qualità, non dissimile a quella dell’anconetano e di parte del maceratese.”
“E’ necessario – ha aggiunto il professor Paolo Battistoni dell’Università di Ancona – ottimizzare la gestione, ad esempio realizzando impianti per il riutilizzo in industria delle acque reflue, risparmiando così gli acquedotti. In provincia di Ancona ce n’è uno nello iesino in via di completamento.”
Secondo il Direttore generale dell’Arpam, Gisberto Paoloni “Le Marche sono fra le prime regioni italiane ad essersi dotata di un Piano regionale per la tutela delle acque, ora stiamo realizzando quello delle acque profonde. C’é una situazione diffusa di acque di buona qualità nelle zone montane che sono a rischio, motivo per cui dobbiamo preservare i piccoli acquedotti tipici di quelle aree.”
Rocchi ha sottolineato, inoltre, il ruolo che la Regione vuole svolgere a tutela dei consumatori, mettendo mano alla miriade di provvedimenti in vigore e soprattutto sollecitando a livello nazionale la stessa azione, con l’obbiettivo di garantire la qualità della vita anche con strumenti reali di controllo su un bene fondamentale come l’acqua. (fb)
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