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18/07/2001

DIRETTIVA ALLE ASL PER ACQUISTI E CONSULENZE

Più che “un giro di vite”, sono indicazioni per “uniformare l’attività di tutte le Aziende sanitarie”. L’obiettivo è quello di contenere la spesa sanitaria, controllando acquisti e razionalizzando le consulenze. La Giunta regionale ha emanato una direttiva alle Aziende sanitarie (Usl e ospedaliere) per favorire una corretta applicazione delle disposizioni contenute nella “legge finan-ziaria 2001” della Regione. “La normativa (legge regionale 11/01) – chiarisce l’assessore alla Sanità, Augusto Me-lappioni – vieta alle Aziende acquisti di beni durevoli superiori a 200 milioni e il confe-rimento di incarichi di consulenza tecnica, sanitaria e amministrativa, senza l’autorizzazione regionale. Disposizioni che hanno destato negli operatori dubbi inter-pretativi, che vengono ora sciolti con la direttiva, la cui emanazione è prevista dalla stessa finanziaria regionale”. Il documento è stato predisposto in collaborazione con alcuni direttori generali delle Asl, per renderlo operativo e rispondente alle esigenze concrete di chi lavora sul terri-torio. Viene chiarito, innanzitutto, per quanto riguarda gli acquisti, che i vincoli non interes-sano quelli che scaturiscono da assegnazioni regionali, o effettuati tramite leasing o mutui, in quanto già assoggettati all’autorizzazione della Regione. Sono vincolate, in-vece, tutte quelle acquisizioni non configurabili come “spese pluriennali” e che, quindi, “sfuggono” al controllo della Regione. Le Aziende sanitarie, invece, sono tenute a richiedere l’autorizzazione per avvalersi di servizi e di prestazioni, qualunque sia l’importo necessario. Andranno predisposti piani di programmazione (annuale o pluriennale), da trasmettere in Regione per “regolare i flussi e i fabbisogni di cassa aziendali e regionali”, insieme alle certificazioni di coper-tura finanziaria, indicate nei bilanci di previsione e nei budget aziendali. Più articolato è il capitolo che riguarda le consulenze. Premesso che “l’attribuzione di-retta è consentita nei casi previsti da specifiche norme di legge”, la direttiva non su-bordina il conferimento a specifica autorizzazione regionale, ma detta i principi generali a cui bisogna attenersi. In primo luogo, occorre verificare se la prestazione non possa essere garantita da personale interno e, comunque, deve avere il carattere “della temporaneità e dell’eccezionalità”. “Ogni decisione di incarico – si legge nella direttiva – deve trovare la coperture eco-nomico-finanziare definite nei documenti di programmazione (budget e bilanci di pre-visione) e di bilancio aziendale”.