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12/07/2001

D’AMBROSIO: UNA SITUAZIONE POLITICA NON PIU’ SOSTENIBILE. IL GOVERNO SFUGGE IL CONFRONTO POLITICO CON LE REGIONI E LE AUTONOMIE

Non possiamo tollerare a lungo il comportamento del governo nei confronti delle regioni. Nonostante i problemi sul tappeto e i nodi da sciogliere siano molteplici e di grande rilevanza politica (sanità, scuola, federalismo, ecc.) solo per giovedì prossimo è stata convocata la Conferenza Stato-Regioni. Ho detto ai miei colleghi presidenti, nella riunione di tutte le regioni italiane di oggi a Roma, che non parteciperò ad altri incontri se il Governo dovesse continuare a sottrarsi al confronto politico. Non assegnare le deleghe ai sottosegretari può essere considerato – e non dovrebbe esserlo in realtà – un problema della maggioranza, ma svilire il tavolo della Stato-Regioni è un comportamento politico grave che non può più essere considerato normale. Dal giorno dell’insediamento del nuovo esecutivo abbiamo letto di progetti di politica sanitaria tra loro contraddittori, di riesumazione dei ticket e di ribaltamento del rapporto tra ospedali e medici; sulla scuola sono tate assunte decisioni gravi come quella di ritirare il ricorso alla Consulta sui buoni scuola e sul federalismo abbiamo appreso dai giornali della bozza di legge sulla devolution. Ho l’impressione che ci sia un cambiamento strisciante della forma del governo, verso un presidenzialismo “di fatto” che non contempla il rapporto con le istituzioni e le Autonomie. Sembra affermarsi un circuito decisionale ristretto che tende ad emarginare i soggetti titolari della rappresentanza politica. Far finta che viviamo un clima di normalità politica contiene il rischio di divenire complici di una situazione davvero intollerabile. Condivido i giudizi di Bassanini sul progetto di devolution: un disegno eversivo che tenta di disarticolare lo Stato e in cui si cerca di scardinare uno dei poteri – la Corte costituzionale – che ha sempre funzionato da equilibrio dell’intero sistema. Se questo è il prezzo da pagare alla Lega, la ripercussione che si avrà sul Paese sarà molto pesante. La devolution di Bossi introduce visioni istituzionali incompatibili con la storia unitaria dell’Italia dal Risorgimento alla Repubblica. L’auspicio è che le forze politiche e sociali che hanno a cuore il destino civile, economico e sociale del Paese sappiano trovare in fretta contenuti e metodi per mettere in campo un’iniziativa incisiva ed efficace che costringa il Governo a un corretto comportamento politico.