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12/07/2001

PRESENTATO PRIMO RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE 2000. MARCHE TRA LUCI E OMBRE : NE' REGIONE INQUINATA , NE' PARADISO TERRESTRE

“Una fotografia- spesso un “primo piano”- della situazione del nostro contesto ambientale che per la prima volta riunisce in maniera organica e particolareggiata le notizie e gli argomenti in parte già approfonditi in diversi documenti e programmi, ma mai raccolti in documento di analisi integrale. “ Così ha presentato la prima Relazione sullo stato dell’Ambiente l’assessore Roberto Ottaviani, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte il dirigente del Servizio Tutela e Risanamento Ambientale, Antonio Minetti, il dirigente del Servizio urbanistica Rodolfo Novelli e il Direttore tecnico-scientifico dell’ARPAM , Ferdinando De Rosa. Sicuramente è appropriata per la Relazione anche la definizione di “gigantografia della regione” sia per la mole di informazioni contenute nello studio condotto dall’Istituto di Ricerche AmbienteItalia, sia per il lungo lavoro, seguito costantemente dal servizio Tutela e Risanamento Ambientale che ha sintetizzato e reso più accessibili le informazioni tecniche contenute in 300 pagine, attraverso un apposito gruppo di lavoro, in modo da rendere l’indagine consultabile anche ai non addetti ai lavori. “ll documento – ha spiegato Ottaviani- anche se ha il limite di essere aggiornato a dicembre 2000 e negli ultimi 8 mesi molte azioni sono state avviate ( mi riferisco alla perimetrazione delle aree a rischio R4, l’assetto idrogeologico, le carte geologiche, l’inserimento di alcune aree protette come la Gola del Furlo e Ripa Bianca che non sono citate, ecc.), ha comunque il pregio fondamentale di dare il quadro delle tendenze degli ultimi dieci anni e – molto importante- il raffronto con gli anni precedenti. E’ comunque uno strumento versatile che può essere facilmente aggiornato, specialmente con la trasformazione tra breve in supporto informatico. Del resto quando si analizza l’ambiente, i mutamenti e le evoluzioni sono continui, ma questa relazione rappresenta un primo fondamentale mattone per disporre di indicazioni uniformi e concrete, per avere molto più precisi gli indirizzi e le scelte prioritarie, per impostare politiche concretamente intersettoriali, perché possiamo disporre della situazione, per esempio, dell’espansione edilizia sulla costa e la difesa del suolo, dell’interconnessione tra agricoltura e superficie boschiva o tra risorse idriche e acque di balneazione.” Lo studio si caratterizza nell’impostazione per due direttrici generali - lo stato delle risorse: le componenti ambientali e i fattori di pressione: i settori determinanti , approfonditi ciascuno in sette grandi capitoli. Nella prima parte si analizzano appunto le risorse: suolo , sottosuolo , risorse idriche, ambiente marino e costiero, risorse naturali e biologiche, paesaggio e beni culturali, qualità dell’aria e inquinamento atmosferico, inquinamento acustico. Nella seconda, i fattori che incidono e influenzano l’ambiente: uso del suolo e attività edilizia, agricoltura, industria e aree a rischio, energia, rifiuti, traffico, turismo. “Le Marche non sono una regione inquinata, né un paradiso terrestre, ha affermato Antonio Minetti- Vi sono, come dappertutto, luci e ombre. Tre le questioni rilevanti, sia in positivo che in negativo. Le “luci” sono le acque di balneazione contrassegnate dalle “bandiere blu”, le aree protette ben posizionate nella classifica italiana, i paesaggi alto collinari-montani davvero di forte qualità ambientale. Le “ombre” sono riferibili alla difesa del suolo ( con i territori agrari soggetti alla desertificazione e l’urbanizzazione delle aree vallive); le acque (qualità, quantità e gestione del ciclo idrico integrato), la congestione nella fascia costiera con il 92% di “artificializzazione”, dove gli ambiti di naturalità sono ormai molto rari e con una pressione molto forte. Con questo studio siamo finalmente adeguati allo standard europeo e il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, oltre che a livello nazionale e internazionale, è ormai strumento ineludibile anche per le Regioni, per avere una conoscenza progressiva che si implementa di anno in anno, per consolidare le politiche ambientali. Ricordiamoci che l’Ambiente non è un “settore”, ma un paradigma, la vera componente trasversale agli altri settori: dalla famiglia e i suoi comportamenti all’industria, ai beni culturali. Anche nelle Marche non coincide con il suolo, con le attività estrattive, con i rifiuti, ma è un sistema complesso che incide su molti settori e il monitoraggio è il presupposto fondamentale. Per questo la Regione ha un supporto strategico nelle attività dell’ARPAM che è soggetto chiave del sistema informativo regionale ambientale (SIRA) e di cui farà parte la relazione sullo Stato dell’Ambiente. Gli aggiornamenti saranno inseriti in autunno e terranno conto del Piano Cave, delle nuove aree protette, della gestione del ciclo dei rifiuti, dell’inquinamento atmosferico e di un dato nuovo nella definizione, il rischio tecnologico, che non significa solo elettrosmog, ma il controllo di tutte quelle attività industriali a rischio di incidente rilevante.” Ferdinando De Rosa ha ricordato la costante attività di controllo e monitoraggio dell’ARPAM in molti settori, come per esempio sulle acque superficiali che hanno evidenziato parametri al limite più alto di inquinamento, specie alle foci dei corsi d’acqua. Di conseguenza l’attività di controllo dell’ARPAM si è rivolta al monitoraggio delle acque di balneazione e i dati sono consultabili quasi in tempo reale sul sito internet www.arpa.marche.it/flash . Sono in corso, inoltre, studi di zonizzazione del rumore e sono stati mappati ( con oltre 1000 controlli l’anno) i siti con fonti elettromagnetiche, elettrodotti antenne ecc. L’ARPAM si sta anche attrezzando con un gruppo di lavoro per i controlli nelle 20 industrie individuate ad alto rischio della Legge Seveso 2. Tra gli obiettivi del 2002 anche quello di arrivare al Controllo Integrato Prevenzione e Protezione ambientale: un’unica autorizzazione, al posto delle 6-7 necessarie, che interesserà circa 100 aziende marchigiane. L’assessore Ottaviani e Rodolfo Novelli hanno sottolineato infine l’aggiornamento della cartografia della regione, grazie ai fondi dell’obiettivo 5b relativi alle aree terremotate e il censimento delle aree a rischio di frane. Queste ultime sono 18 mila, il 16% del territorio regionale. “ Sono già state individuate le priorità- ha detto Ottaviani- e il piano di interventi- per il quale saranno necessari circa 250 miliardi- sarà presto all’esame della giunta regionale.” (ad’e)