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27/06/2001

MENSE "BIOLOGICHE", PROPOSTA DI LEGGE

La Regione concede contributi non solo a chi produce prodotti biologici, ma anche a chi li consuma. È quanto prevede una proposta di legge che la Giunta regionale ha presentato al Consiglio per essere approvata. Il testo comprende due soli punti che modificano gli articoli 12 e 13 della legge regionale 76/97: “Disciplina dell’agricoltura biologica”. L’obiettivo è quello di erogare contributi ai Comuni, alle scuole e alle Aziende sanitarie locali per favorire l’introduzione dei prodotti “naturali” nelle mense pubbliche. La precedente normativa, invece, promuoveva solo il sostegno alle iniziative di educazione alimentare e di riqualificazione del personale di cucina. Finalità confermate, alle quali, però, vengono aggiunti contributi per i cibi biologici cucinati nelle mense, compreso il consumo delle carni bovine provenienti da animali di razze da carne (e loro incroci), nati e allevati nelle Marche. Secondo la proposta della Giunta, le agevolazioni sono concesse - nella misura massima del 30 per cento della spesa di acquisto sostenuta nell’anno precedente - solo se la quota di utilizzo di prodotti biologici non sia inferiore al 30 per cento (rilevabile dai contratti di fornitura) dei cibi utilizzati in mensa. “L’adeguamento della legge regionale 76/97 – sottolinea l’assessore all’Agricoltura, Luciano Agostini – si rende necessario in quanto il comparto del biologico ha avuto una notevole evoluzione negli ultimi anni. Oggi si colloca in un ruolo di evidenza nella programmazione agricola regionale. Molti degli aiuti previsti (come la commercializzazione dei prodotti) sono stati inclusi nel Piano di sviluppo rurale 2000/06, mentre altre esigenze sono emerse, come le richieste d’intervento dei Comuni per l’introduzione dei cibi biologici nelle mense scolastiche e il consumo di carni controllate, a seguito dell’emergenza Bse (mucca pazza)”. Con 1.668 aziende agricole “biologiche” e una Superficie agricola utilizzabile (Sau) di 33 mila ettari, pari al 6 per cento di quella regionale, le Marche si collocano al quarto posto tra le regioni peninsulari, dopo Calabria, Puglia ed Emilia Romagna, per consistenza del settore. È stata la prima Regione a incentivare l’agricoltura “naturale” già nel 1993, con contributi diretti agli agricoltori, ben prima del Regolamento comunitario 2078/92. Le aziende di trasformazione e commercializzazione delle produzioni biologiche sono 95, quelle zootecniche 91 (45 con capi bovini principalmente da carne). Nel 1999 la Regione ha investito nel “biologico” (L.R. 76/97) più di 700 milioni di lire (soddisfacendo tutte le richieste di contributo pervenute), mentre nel 2000 la dotazione di 900 milioni non è stata sufficiente per coprire le domande.