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25/06/2001

CONFERENZA SULLA SANITA', LE CONCLUSIONI DI D'AMBROSIO

“Tra farmaceutica e riflessi indotti dalla chiusura dei contratti di lavoro nazionali, ci sono sette mila miliardi che devono essere aggiunti al fabbisogno complessivo della sanità italiana”. Lo ha rivelato il presidente della Giunta regionale, Vito D’Ambrosio, nel suo intervento di chiusura della prima Conferenza regionale sulla sanità. D’Ambrosio ha riferito quanto discusso nel corso della Conferenza Stato-Regioni, la prima insediatasi dopo la tornata elettorale, svoltasi ieri a Roma. Ha fatto anche un’altra anticipazione, per sottolineare come “la sanità non vada affrontata con una mentalità ragionieristica, specie in una situazione di sottostima del fabbisogno generale: la Regione Friuli Venezia Friuli chiede il ritorno nel meccanismo di finanziamenti delle Regioni a statuto ordinario, nel momento in cui il precedente assessore alla Sanità è divenuto presidente della Regione”. Una scelta imposta dall’ingessamento del bilancio determinato dalla spesa della sanità, che pesa per l’85% sui bilanci di tutte le Regioni italiane. “Il sistema marchigiano - ha sottolineato D’Ambrosio – non è al collasso: le cifre dello sforamento del tetto di previsione non sono dovute alla lentezza del sistema delle Regioni, ma a conseguenze delle scelte nazionali: secondo l’accordo dell’agosto 2000 tra governo e regioni, chi sfora (cioè lo Stato) paga!”. D’Ambrosio ha difeso il sistema sanitario marchigiano, definendolo “mediamente alto, come riconosciuto anche recentemente dall’Istat”. Ma i problemi non mancano e vanno risolti. Primo fra tutti, occorre eliminare gli sprechi, rimotivare i protagonisti che lavorano nel settore, spingere gli operatoti a lavorare a sistema.