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22/06/2001

PRIMA CONFERENZA REGIONALE DELLA SANITA': AVVICINARE I SERVIZI AL CITTADINO, LE RICHIESTE ALLA REGIONE MARCHE

Loreto (22 giugno) Nella seconda tavola rotonda della giornata finale della conferenza regionale della Sanità, sul tema “Avvicinare i servizi al cittadino” si sono alternati vari interventi di comuni, associazioni di volontariato, organizzazioni sindacali e delTribunale dei diritti del malato, dell’ANCI, UNCEM oltreché altri organismi. Gli interventi sono stati caratterizzati da due elementi comuni: la considerazione che al centro del sistema sanitario debba sempre esserci il malato e non l’ospedale o i medici, che il malato non sia “oggetto del business “ - Leonardo Lippi, ANCI -, ma semplicemente destinatario di servizi quanto più possibili rispondenti alla domanda reale; l’altra considerazione che è stata formulata come richiesta alla Regione è che i vari enti locali, comuni, associazioni e Tribunale diritti del malato siano referenti consultivi in tavoli di concertazione per l’elaborazione delle linee guida del nuovo Piano sanitario regionale e comunque delle scelte operative che la Regione dovrà compiere in futuro. Molti, infatti, hanno apprezzato l’intervento dell’assessore Melappioni quando ieri ha parlato di “costruzione dal basso del nuovo Piano regionale”, di condivisione e concertazione. Tuttavia, le considerazioni emerse da più parti nel corso della Conferenza sul problema delle risorse limitate e dell’esigenza di contenimento della spesa sanitaria non hanno fatto esimere i relatori da richieste precise alla Regione Marche, sia d’ordine politico che di realizzazioni concrete. David Favia (consigliere regionale FI), moderatore del dibattito, ha mirato l’intervento sulla valorizzazione del ruolo del medico di base nella gestione della sanità, ma soprattutto come tutore del malato che sia accompagnato in tutto il percorso della malattia; altri temi toccati dal consigliere: la rivalutazione delle ASL e dei Distretti; l’ effettiva parità tra sanità pubblica e privata perché il cittadino sia in grado di scegliere; l’implementazione, prevenzione e controllo della spesa senza mettere in crisi il sistema del welfare e dello Stato sociale: Quindi ha invitato la Regione a “smetterla con le convenzioni fuori regione.” Emilio Berionni (CNA-CGIA) ha detto di accettare la sfida del contenimento della spesa sanitaria, ma ha avvertito che l’IRAP “non può essere la sorgente fiscale da cui derivare i finanziamenti per coprire i buchi” anche perché l’aggravio di tale imposta, già intensa, penalizzerebbe il sistema produttivo marchigiano in termini di competitività. Altra considerazione sul tema delle forniture di servizi alle strutture sanitarie: Berionni ha richiesto il confronto con la Regione e le ASL sui modelli di approvvigionamento. Leonardo Lippi (ANCI) ha sottolineato che l’obiettivo fondamentale della prima Conferenza regionale è proprio la costruzione di un Patto di solidarietà per salute e ha posto l’accento sulla necessità che via sia la garanzia per i cittadini che ogni esigenza sia rappresentata in tavoli di concertazione. “Sicuramente la condivisione delle scelte da più parti può anche far evitare sperequazioni di risorse e servizi”. L’ANED (Associazione emodializzati) ha chiesto maggiore personale nei Centri Dialisi e un’ azione più incisiva della Regione sulla donazione d’organi e la prevenzione delle nefropatie. Enrico Morli (AVIS ) ha parlato di tendenza in calo nelle donazioni di sangue (124 donatori in meno nel 2000 rispetto al ‘99), quindi la necessità di essere ancora più vicini ai cittadini, attraverso la crea-zione di una rete capillare di centri di raccolta che operino in condizioni ottimali e allo stesso tempo; ha chiesto alla Regione l’istituzione di un’ Azienda regionale trasfusionale che coordini le attività di raccolta di sangue. Pascucci (Coldiretti) ha posto l’accento sull’effettiva realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria, con particolare riferimento ai comuni ad economia rurale: “ormai ci sono tutti gli strumenti legislativi per attuarla davvero” Assunta Paci (UNCEM): ha evidenziato i problemi di squilibrio nelle zone montane in tema di sanità. E’ noto che in montagna la Sanità costi di più (almeno il 15-20%) ed ha quindi sottolineato la necessità della parità di accesso alle prestazioni. Ha quindi chiesto alla Regione che, nell’elaborazione delle direttive, siano utilizzati parametri perequativi e flessibili, non oggettivi per tutto il territorio regionale, ma articolati in modo da tenere conto dell’intreccio dei fattori che determinano gli squilibri delle zone montane. Inoltre ha rilevato la necessità di valorizzare la telemedicina e l’assistenza in rete soprattut-to in montagna, che può diventare realtà sperimentale e pilota proprio per la scarsa densità demografica. (ad’e)