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22/06/2001

PRIMA CONFERENZA REGIONALE DELLA SANITA': LA SANITÀ MARCHIGIANA VISTA DAGLI OPERATORI

LORETO (22 giugno 2001) – “Spunti interessanti su come intervenire per riordinare il sistema regionale”. Così ha commentato l’assessore Augusto Melappioni i risultati della terza sessione della Conferenza sulla sanità, dedicata al “governo del settore” e che ha visto protagonisti gli operatori marchigiani. Indicazioni critiche e suggerimenti operativi sono venuti dai relatori che hanno animato il dibattito. Melappioni, a margine della tavola rotonda, ha sottolineato come l’autonomia delle singole professioni vada, comunque, “coordinata all’interno della centralità rappresentata dal cittadino”. Il primo intervento è stato di Fulvio Borromei, presidente Ordine dei medici di Ancona, che ha indicato alcuni obiettivi da conseguire con il nuovo Piano sanitario regionale: un’organizzazione del lavoro che rivaluti il ruolo dei medici; un utilizzo ‘etico’ delle risorse economiche. “La produttività di un’Azienda sanitaria – ha affermato – è rappresentata dallo stato di salute dei cittadini. I medici hanno bisogno di un clima di rispetto e considerazione per salvaguardare la serenità professionale”. Un giudizio critico sull’attuazione del Piano sanitario (Psr) 1998/2000 è venuto da Piero Ciccarelli, della segreteria nazionale ANAAO – ASSOMED, che ha parlato di “ritardi che possono portare al collasso del sistema”. Considerazione che non trova d’accordo l’assessore, secondo il quale ”l’elaborazione del quadro normativo di riferimento è in fase di conclusione. Il problema vero è l’appropriatezza delle prestazioni, in un sistema contraddistinto da risorse limitate che impongono un’attenzione particolare alla spesa complessiva”. Ciccarelli ha chiesto una “individuazione preventiva e certa dei finanziamenti che non penalizzi l’attività del personale”. Richiamando gli interventi dei direttori generali che hanno animato la sessione di lavoro di ieri, ha ricordato come siano stati espressi pareri discordanti sul personale sanitario, “segno di un Psr che non ha saputo governare il sistema”. D’altronde “la carenza finanziaria ha determinato comportamenti improvvisati della Giunta regionale”. Critici anche i giudizi sull’operato dell’Agenzia sanitaria regionale. Quali, allora le soluzioni? Per Ciccarelli occorre adeguare la spesa sanitaria alla media Pil dei Paesi dell’Ocse; occorre ridefinire un welfare (“patrimonio anche della sinistra che ha governato la nazione”) che chiarisca le prestazioni essenziali e quelle da sostenere con il contributo dei cittadini; occorre promuovere eco-nomie di scala per “creare una rete di 13 ospedali veri”, con personale e prestazioni garantite nell’arco dell’intera giornata. E’ necessario avviare, infine, “un confronto vero sulla politica del perso-nale, lasciando al medico il solo ruolo professionale e non anche le incombenze burocratiche”. Il nuovo Psr deve valorizzare la figura del medico di famiglia, “snodo operativo” tra domanda e offerta. Lo chiede Alberto Oliveti, segretario regionale FIMMG, secondo il quale non è stato rivalutato “l’utilizzo dell’osservatorio epidemiologico, rappresentato dalla medicina di base, per creare una banca dati, indispensabile alla programmazione degli interventi sul territorio”. Queste la sue propo-ste: “Prevedere un budget etico formativo per ridurre lo spreco legato al costo della non qualità; defi-nire i profili assistenziali sostenibili; identificare percorsi terapeutici condivisi dagli operatori”. Gli infermieri, invece, chiedono di ‘lavorare in maniera programmata e non improvvisata’. Il loro numero è insufficiente (l’Italia registra tre infermieri ogni mille abitanti, contro una media europea del 6,3 e punte superiori a 10 dei paesi nordici). La conseguenza è un “aumento dei carichi di lavoro, scadenza dell’assistenza, impossibilità di avviare nuovi servizi”. Lo ha denunciato Sandro Ortolani, presidente del collegio IPASVI Ancona, che ha avanzato alcuni suggerimenti alla Regione. E’ ne-cessaria la revisione delle piante organiche, per arrivare alla definizione dei bisogni formativi (il numero annuo di nuovi infermieri) e alla istituzione di borse di studio. A medio termine occorre riorga-nizzare l’assistenza infermieristica, con un’organizzazione “veramente dipartimentale”. Un altro interrogativo è stato posto da Gabriele Paolucci, Segretario generale funzione pubblica CGIL Marche: “Come salvaguardare la sostenibilità finanziaria del sistema sanitario nazionale?” Un impegno che deve unire i politici e le organizzazioni sindacali, perché quello che preoccupa “non è il deficit, ma la sua tendenza”. Due gli aspetti da prevedere nel nuovo Psr: le “dotazioni organiche” tra i criteri di accreditamento al servizio sanitario pubblico e accelerare l’avvio dei corsi per operatore sociosanitario. La spesa farmaceutica incide per il 12-13% su quella totale, con un incremento del 31% negli ultimi anni, l’11% del quale dovuto all’abolizione dei ticket, un 8% in linea col Pil e con gli aumenti registrati negli altri paesi, e la quota rimanente dovuta a cause diverse (incremento del costo dei farmaci, trasferimento dei farmaci tra le varie fasce…). “Grosse perplessità per l’eliminazione dei ticket” ha espresso Paolo Zecchini, Presidente Federfarma Marche, secondo il quale “sono limitate le possibilità di contenere la spesa farmaceutica e alte quelle di promuovere un corretto uso dei medicinali”. La sessione dei lavori è stata conclusa dal clinico Giovanni Danieli che ha parlato di un “modello marchigiano” anche nel settore dei diplomi universitari: “Sono partiti da questa regione e sono stati recepiti dalla normativa nazionale”. (r.p.)