L’introduzione della devolution rischia di bloccare la riforma in senso federale dello Stato e di avvelenare ulteriormente il clima politico. E’ quanto sottolinea, in un intervento pubblicato sull’ultimo numero del periodico "Marche regione", Vito D’Ambrosio, presidente della Giunta della Regione Marche. Ad un mese dal termine di una campagna elettorale caratterizzata da un duro confronto, il presidente interviene nel dibattito politico e istituzionale sul federalismo, per ribadire la necessità di ricercare, anche con il nuovo Governo, rapporti improntati alla leale collaborazione, in modo da agevolare - sottolinea - il processo di riforma avviato nella trascorsa legislatura.
Il quadro politico è cambiato, ma non per questo cambiano, secondo D’Ambrosio, gli obiettivi delle Regioni. L’elezione diretta dei presidenti delle Regioni e la riforma del titolo V della Costituzione, con la quale è stata riconosciuta la piena competenza legislativa delle istituzioni regionali in tutte le materie non espressamente riservate allo Stato, hanno "avvicinato – scrive il presidente - le Regioni ai cittadini e accresciuto notevolmente la loro potestà legislativa". Due riforme "incisive", anzi "le più importanti dall’entrata in vigore della Costituzione", che, insieme alle leggi Bassanini sul trasferimento ai poteri locali di compiti e funzioni di ampia portata, hanno messo in atto - rileva- un "processo di valorizzazione delle Regioni e del sistema delle Autonomie locali molto ampio e significativo".
L’attuale fase di transizione, caratterizzata dalla ricerca di nuovi rapporti istituzionali, impone a tutti i soggetti politici e istituzionali di muoversi - aggiunge il presidente - con "misura e responsabilità", allo scopo di completare con la riforma costituzionale la nuova forma dello Stato. In questo senso, il referendum popolare sulla riforma della seconda parte della Costituzione diventa prioritario, perché è la "naturale prosecuzione" di un processo di riforma maturato in Parlamento nella scorsa legislatura attraverso un confronto serrato tra sistema autonomistico e istituzioni centrali. "Rispetto a questo passaggio l’introduzione della devolution - avverte D’Ambrosio - diventerebbe un elemento scardinante del confronto, che turberebbe il clima politico".
"Il traguardo del federalismo, incardinato sulle Regioni e da completare con la riforma costituzionale della nuova forma dello Stato, richiede l’unità delle Regioni". Per questo è necessario, ora che la campagna elettorale è terminata, "ristabilire all’interno del fronte regionale e tra questo e il Governo un clima di leale collaborazione". Ma soprattutto occorre evitare – avverte D’Ambrosio - che "pericolose spinte disgregative" possano mettere in discussione "quell’unità delle istituzioni che è stata sempre alla base della vita politica e democratica del Paese".
"Le democrazie mature, come ha messo in rilievo il presidente Ciampi, poggiano la loro forza –spiega il presidente - sulle regole comuni, etiche e di valori, prima che politiche. Dentro questo quadro le alternanze alla guida dei governi, a qualsiasi livello, sono fisiologiche e non mettono in discussione la stabilità". Ecco perché – assicura D’Ambrosio – "le Marche opereranno per la ricerca di un nuovo quadro di relazioni politiche con il Governo e le altre istituzioni, fondato sulla leale collaborazione e sulla stabilità".(s.p.)
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