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29/05/2001

SISTEMA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE

Insieme a quella sul turismo (all’esame dell’assemblea regionale), le Marche potrebbero avere presto una normativa “quadro” sulla protezione civile. È l’auspicio della Giunta regionale, che ha trasmesso al Consiglio una proposta di legge sulla riorganizzazione del “Sistema regionale di protezione civile”. La proposta adegua l’ordinamento regionale di settore alle modificazioni in atto: il decentramento amministrativo, infatti, con il trasferimento delle funzioni dalle strutture centrali alle Regioni e agli enti locali, riguarda anche il settore della protezione civile. “Benché si sia in attesa della pubblicazione del regolamento per il funzionamento dell’Agenzia nazionale – sottolinea l’assessore Lidio Rocchi – il nuovo assetto del sistema di prevenzione si può considerare ormai definito nelle sue linee fondamentali, per cui si può procedere a disciplinare la materia anche a livello regionale”. La proposta di legge si propone l’obiettivo di integrare gli interventi e le strutture che operano sul territorio. Fra le novità, è da evidenziare il rilievo dato alle attività di prevenzione: la protezione civile non viene più vista come un’attività di emergenza, ma anche di previsione dei rischi. “Inoltre, sulla base delle esperienze maturate durante la crisi sismica – afferma Rocchi – sono state formalizzate le competenze del presidente della Giunta e della Giunta stessa in ordine alla gestione e al superamento dell’emergenza, fino al ripristino delle normali condizioni di vita”. La proposta disciplina le funzioni degli enti locali. Per quanto riguarda la Regione, tra le novità figura la possibilità d’intervenire sul territorio di altre realtà regionali e in missioni internazionali, avvalendosi dell’opera dei Vigili del fuoco. Le Province vedono confermata l’istituzione dei Comitati provinciali di protezione civile, mentre le Comunità montane possono svolgere compiti assegnati dai Comuni. Quest’ultimi si devono dotare di Piani di emergenza (non era espressamente previsto dalla normativa in vigore) e gestiscono il volontariato comunale e intercomunale. Vengono anche indicate le funzioni dei sindaci in qualità di autorità comunale di protezione civile. Alla rilevazione dei danni provvedono i Comuni, le Comunità montane e le Province, a seconda dell’estensione del territorio colpito. Viene regolamentato anche l’apporto del volontariato, con una innovazione sostanziale: oltre all’iscrizione nel registro regionale, è prevista una verifica periodica della permanenza, attraverso la valutazione dei requisiti di organizzazione, competenza e formazione degli associati. Questo per disporre di gruppi realmente operativi e capaci di affrontare le emergenze. Sono previste, infine, la presenza regionale di un Centro assistenziale di pronto intervento (Capi), fino ad ora gestito dal ministero dell’Interno, e la costituzione di un Comitato regionale di protezione civile, organo consultivo.