“Dopo i riconoscimenti alla qualità e all’efficienza del servizio sanitario regionale da parte della recente indagine dell’Istat e l’assegnazione delle 9 bandiere blù al litorale marchigiano giungono i dati molto positivi del rapporto 2000 dell’industria marchigiana, andamento confermato anche dall’indagine congiunturale del primo trimestre del 2001. L’industria manifatturiera è cresciuta più della media nazionale: 3,9% contro il 3,2. La meccanica è stato il settore trainante ed anche il sistema moda, dopo le difficoltà del primo semestre 2000, ha fatto registrare ottimi risultati. Le costruzioni (+ 8%) hanno compiuto un grande balzo grazie soprattutto agli investimenti connessi alla ricostruzione del post terremoto, un sostegno che si è fatto sentire anche sull’ occupazione. Le esportazioni hanno fornito un contributo notevole all’aumento del prodotto facendo registrare un incremento dell’8,2%. Sono stati creati 9 mila nuovi posti di lavoro. Le Marche si riconfermano una regione molto vitale e quello che enfaticamente viene indicato come un modello di crescita da studiare e imitare esce, dalle performance sopra delineate, fortemente consolidato. Un sistema capace di produrre nuova ricchezza, elevare l’occupazione, migliorare le condizioni di vita dei cittadini e incrementare il patrimonio dei beni collettivi. Lo sviluppo non tocca solo alcune fasce o aree territoriali già forti, ma si connota di equilibrio e di diffusione lungo la costa come nella media collina e nell’entroterra. La crescita è corale e riguarda l’economia come la società. Non dobbiamo aver timore di dire che le cose vanno bene visto che assistiamo a miglioramenti annuali costanti anche se vi è la consapevolezza che c’è ancora molto da fare per avvicinarci al “modello ideale” di una regione aperta e solidale di cui ogni marchigiano si senta partecipe e protagonista. La Regione e le Autonomie locali esercitano, come i privati, un ruolo importante in questo contesto, accompagnando con politiche mirate la crescita armonica di tutta la società marchigiana, impedendo emarginazioni e creando pari opportunità per tutti i soggetti sociali. In primo luogo con un modello di welfare che ha al centro la persona e la famiglia, con un servizio sanitario regionale in cui crescono la qualità e la diffusione dei servizi nei territori, con una politica dei trasporti che garantisce collegamenti e mobilità tra le varie aree della regione. Il sostegno alle attività produttive, in particolare alle piccole imprese artigiane, è significativo e incentiva nuove imprese specie tra i giovani, mentre le misure per l’internazionalizzazione aiutano le aziende sui mercati esteri. Le scelte della politica turistica assicurano una promozione in Italia e all’estero efficace e capillare con strumenti innovativi come internet. Il Fondo Sociale Europeo, una delle più importanti opportunità offerte dall’Europa, viene finalizzato ad integrare la formazione con il lavoro e l’Università. La cultura ed i beni culturali costituiscono un’offerta qualificata e diffusa su tutto il territorio e le reti dei musei, dei teatri e delle biblioteche riempiono sempre più il tempo libero dei cittadini. La salvaguardia dell’ambiente è un vincolo alla base di tutti gli interventi che interessano il territorio e le aree protette hanno raggiunto il 10% della superficie dell’intera regione. I servizi pubblici funzionano e le aziende municipalizzate stanno unendosi tra loro per ricercare economie di scala e riduzioni tariffarie. La Regione ha creato la rete telematica regionale, che collega il sistema delle Autonomie locali e gli Uffici decentrati dello Stato. Le Marche figurano tra le prime regioni per i servizi in rete al cittadino. Anche le infrastrutture viarie, storicamente la parte più carente, sono sulla strada della soluzione. La Fano-Grosseto è stata finanziata ed ora c’è anche il tracciato della 77 della Valle del Chienti il cui costo è stato stimato in 900 miliardi. Porto-aeroporto-ferrovia è un punto forte del sistema regionale dei trasporti, che va potenziato. Il raddoppio della Falconara-Orte continua come stabilito dagli accordi di programma. Su questi obiettivi la Regione chiamerà a raccolta tutte le forze politiche e le organizzazioni sociali ed economiche affinché Parlamento e Governo riconoscano alle Marche le risorse finanziarie necessarie per completare le infrastrutture indispensabili per proseguire nello sviluppo.
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