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14/05/2001

IL PRESIDENTE VITO D’AMBROSIO SUL RISULTATO ELETTORALE

“In una consultazione nazionale che ha assegnato alla Casa delle libertà la maggioranza alla Camera e al Senato, le Marche ribadiscono invece la loro vocazione politica e confermano la maggioranza al centro sinistra allargato a Rifondazione. Rispetto alle ultime elezioni regionali la coalizione che esprime il governo regionale allarga i suoi confini e diviene la maggioranza assoluta degli elettori (52,2% al Senato). Le Marche rimangono pertanto del centrosinistra. Il leader di Forza Italia Maurizio Bertucci, già battuto nella corsa alla presidenza della Regione Marche, esce sconfitto anche questa volta nel collegio di Civitanova ad opera della diessina Mariani. La sua minaccia avanzata durante la campagna elettorale, “Cacceremo via il governo regionale dopo il 13 di maggio”, riceve una risposta molto limpida e chiara dei marchigiani che, a livello regionale, potevano e possono contare su altri 4 anni di stabilità politica. Il dato nazionale consegna al centro destra il Governo del Paese. Le Marche auspicano che il processo di riforma federale già varato dal Parlamento non venga stravolto per una scriteriata politica di devoluzione che dividerebbe pericolosamente l’Italia. Dal voto il centrosinistra deve trarre utili insegnamenti: il primo di questi riguarda la capacità di unire tutte le forze che possono riconoscersi nei valori del centro sinistra, che hanno nella solidarietà il caposaldo essenziale. Se a livello nazionale fossimo riusciti a realizzare quello che abbiamo fatto appena un anno fa nella nostra regione avremmo forse strappato la leadership a Berlusconi e alla sua “Casa”. La coalizione deve inoltre evitare inutili frantumazioni e discussioni che a volte possono essere scambiate dall’elettorato per risse piuttosto che per confronto. Ma se il centrosinistra ha tenuto e avanzato nelle Marche lo deve anche alle sue buone scelte politiche, regionali e a livello di Enti locali dove è largamente presente, scelte imperniate sulla qualità dei servizi e su uno sviluppo economico equilibrato territorialmente e sostenibile sul piano dell’ambiente. Il rapporto con la gente rimane forte e la politica è interpretata come partecipazione effettiva e non solo come presenza mediatica, una condizione che ci mette al riparo da imbonimenti televisivi e da forzature demagogiche e populiste.”