Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
09/03/2001

PROTOCOLLO D'INTESA "REGIONE MARCHE - MINISTERO DELLA GIUSTIZIA"

Umanizzare la pena, facendosi carico dei problemi di sicurezza della società marchigiana. Non è uno slogan, ma l’obiettivo del protocollo d’intesa che la Regione Marche e il ministero della Giustizia hanno sottoscritto oggi presso la sede della Giunta regionale. Un documento “corposo” che, attraverso la collaborazione tra i due enti, mira a promuovere le sviluppo degli strumenti informatici e telematici, a razionalizzare l’organizzazione degli uffici giudiziari, a tutelare la salute dei detenuti, a prevenire la criminalità giovanile, a coinvolgere il volontariato, a integrare i servizi territoriali con quelli penitenziari, a qualificare il personale carcerario, a formare gli operatori delle case di pena. Il protocollo è stato siglato dal presidente della Giunta regionale, Vito D’Ambrosio, e dal sottosegretario alla Giustizia, on. Marianna Li Calzi. Alla cerimonia erano presenti i direttori delle sei prigioni marchigiane, i direttori delle Aziende sanitarie, i Comandanti degli istituti penitenziari, il presidente del Tribunale di sorveglianza, le associazioni di volontariato e amministratori locali. “La firma del documento –ha sottolineato D’Ambrosio – avviene al termine di un percorso avviato un paio di anni fa. È una risposta ai problemi del mondo della detenzione, che non è una realtà separata, ma ha contatti costanti con il resto della società”. Il presidente ha parlato del reinserimento dei detenuti che, se restano – appena usciti dal carcere - nella “zona grigia” del disagio, rischiano di ricadere nel “penale”. Il protocollo, allora, si pone nell’ottica di tutelare la società, che “è sicura non se si blinda, ma se riesce a reinserire chi ha sbagliato”. “Con la firma dell’accordo – ha concluso D’Ambrosio – Regione e Stato hanno razionalizzato l’intervento congiunto rivolto al mondo della detenzione, impostando una collaborazione svincolata dalla burocrazia”. “Stato e Regione – ha rimarcato il sottosegretario Marianna Li Calzi – hanno sancito un patto per operare su linee più concrete. Il patto è la sintesi del rapporto nuovo avviato tra amministrazione centrale e realtà territoriali. Le Marche sono all’avanguardia nel campo delle politiche sociali e quanto realizzato in questa regione è stato posto alla base di accordi siglati con altre realtà territoriali”. Venendo nei dettagli del protocollo, Li Calzi ha ricordato come la prima parte della legislatura nazionale sia stata caratterizzata dalle riforme della giustizia, concluse con il “Pacchetto Fassino”, recepito nell’accordo firmato. L’assessore ai Servizi Sociali, Marcello Secchiaroli, ha ripercorso il “lavoro intersettoriale portato avanti, a livello regionale, fino alla stesura del piano, recepito oggi da Regione e ministero. Un progetto ispirato alle politiche di ambito che mirano ad ascoltare il disagio, per poi programmare gli interventi capaci di rimuoverlo”. Tra le novità del protocollo, va segnalate quella della “territorialità”, intesa come detenzione vicino all’ambiente familiare e come collaborazione tra servizi sociali minorili ed enti locali. Venendo agli aspetti organizzativi e strutturali, l’intesa prevede 60 miliardi per migliorare la funzionalità degli Uffici giudiziari marchigiani (ristrutturazione dei tribunali di Jesi, Osimo, Amandola, San Benedetto del Tronto, Camerino, Pesaro e Fano, mentre ad Ascoli Piceno il ministero si impegna a costruire un nuovo Palazzo di giustizia. Sono previsti interventi anche negli Uffici giudiziari di Ancona e una disponibilità per quelli di Macerata).