La giunta regionale ha varato una proposta di legge in materia urbanistica che tende a mutare profondamente l’attuale sistema di approvazione degli strumenti urbanistici generali comunali da parte delle Province.
“Abbiamo assunto questa iniziativa – ha sottolineato l’assessore all’urbanistica Roberto Ottaviani che ha presentato il provvedimento – per accelerare l’iter dei piani regolatori generali dei comuni. E’ una prima modifica che accoglie le sollecitazioni delle Province e della loro associazione, l’UPI. Il governo regionale promuoverà, comunque, nei prossimi mesi un’approfondita discussione, ampia e partecipata, di tutti i soggetti coinvolti, che avrà come scopo primario il ripensamento di tutta la complessa materia.”
Tra le ragioni che hanno indotto il governo regionale ad elaborare il progetto di revisione della L.R. n. 34/92, in particolare nella parte che disciplina l’iter dei PRG comunali, vi sono sia la recente sentenza del TAR Marche che ha stabilito la competenza del Consiglio provinciale e non della Giunta sui PRG (3 Province procedevano all’approvazione con delibera di Giunta e una con atto consiliare) che l’elaborazione del Piano territoriale di coordinamento. Tale ultimo strumento è infatti in via di adozione da parte di tutte le Province e questo fatto permette di impostare su basi nuove il rapporto tra pianificazione e comunale e sovracomunale e, quindi, anche la ridefinizione del ruolo delle Province nella pianificazione territoriale.
Il disegno di legge della giunta individua, in luogo della precedente approvazione del Piano da parte della Provincia, un nuovo sistema basato sulla verifica della compatibilità e di coerenza del PRG comunale ad opera della giunta provinciale. Una volta che il Comune, dopo l’adozione del proprio strumento urbanistico generale, si sia espresso sulle osservazioni presentate, trasmette il piano alla Giunta provinciale. Quest’ultima non provvede più all’approvazione ma esprime un parere sia sulla conformità del PRG con la normativa vigente e con le previsioni dei piani territoriali e dei programmi di carattere sovracomunale, in particolare, con le previsioni e gli indirizzi del Piano paesistico regionale (PPAR), del Piano di inquadramento territoriale (PIT) e del Piano territoriale di coordinamento (PTC) ove vigenti, sia sulla coerenza degli obiettivi e dei contenuti del PRG. Il parere viene espresso dalla giunta provinciale, sentito il comitato provinciale per il territorio, entro centottanta giorni dal ricevimento del PRG. Il termine può essere interrotto per una sola volta per chiarimenti e integrazioni.
Il parere può essere di completa incoerenza degli obiettivi e dei contenuti del PRG o di contrasto con i criteri informatori, in tal caso il Comune è tenuto alla rielaborazione. Se invece la Provincia riconosce la coerenza il Comune provvede all’approvazione dello strumento entro sessanta giorni dal ricevimento del parere.
Se il parere, infine, è di parziale coerenza oppure di parziale difformità il Comune provvede ad adeguarsi ai rilievi entro centoventi giorni.
Da sottolineare, infine, che nella stesura del testo della proposta si è tenuto conto anche delle leggi vigenti in tale materia nelle altre regioni: in Toscana i Comuni richiedono alla Provincia il parere di conformità sul proprio strumento urbanistico generale con le prescrizioni del PTC; in Piemonte è la Giunta provinciale ad esprimere il parere di compatibilità e la stessa cosa accade in Emilia Romagna. Più complesso l’iter della Liguria dove si parte da pareri della Provincia e della Regione sul progetto preliminare.
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