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14/02/2001

AMBIENTE: APPROVATO REGOLAMENTO CATASTO REGIONALE AREE CARSICHE, GROTTE E FORRE

La Giunta regionale ha approvato, su iniziativa dell’assessore all’ambiente Roberto Ottaviani, la proposta di regolamento relativa alle modalità di funzionamento, aggiornamento e accesso al catasto regionale delle aree carsiche, delle grotte e delle forre. Il catasto, istituito con legge regionale n.12 del 2000, è articolato in tre sezioni - aree carsiche, cavità naturali sotterranee, forre e gole - ciascuna delle quali contiene la scheda informativa con l’indicazione dei dati topografici, metrici, descrittivi e notizie utili alla conoscenza del patrimonio speleologico. La gestione è affidata, tramite apposita convenzione, alla Federazione Speleologica Marchigiana, cui spetta anche il compito di aggiornare e mettere in rete i dati informativi. "Con l’approvazione della proposta di regolamento catastale, si pongono le premesse - spiega Giuseppe Gambelli, presidente della Federazione regionale degli Speleologi - per conoscere a fondo il patrimonio carsico delle Marche e svolgere attività di prevenzione, tutela e valorizzazione delle aree speleologiche regionali". In base ai dati disponibili, nella regione vi sono circa cinquecento grotte ed una trentina di forre e gole, compresi anche i torrenti con morfologie particolari; numerose, specie nella provincia di Ancona, le aree carsiche, caratterizzate, secondo la legge, dall’esistenza di un "collegamento fisico, idrogeologico funzionale con fenomeni carsici ipogei". Il più grande complesso ipogeo regionale è quello di Frasassi che, con una lunghezza di oltre 23 chilometri, è tra i primi sei d’Italia. Ma per essere incluse nel catasto, è sufficiente che le grotte abbiano una lunghezza o una profondità superiore ai cinque metri. Secondo la normativa regionale, entro il 31 marzo, Province, Comuni e Comunità Montane nel cui territorio sono situate le grotte debbono presentare alla Giunta regionale i programmi per la fruizione del patrimonio speleologico: visite guidate turistiche e didattiche, mostre, sistemazione di percorsi anche superficiali, pulizia di sentieri, stampa di materiale divulgativo, tabellazioni e custodia. Entro tale data, la Federazione Speleologica marchigiana e i gruppi riconosciuti debbono presentare progetti di studi, ricerca scientifica, attività di manutenzione, organizzazione di convegni o corsi specialistici, pubblicazione di periodici a carattere divulgativo e scientifico. Per l’anno 2000 è prevista una spesa di 400 milioni di lire:150 per la formazione e l’aggiornamento del catasto regionale e per la realizzazione di attività scientifiche e divulgative da parte della Federazione Speleologica Marchigiana; 150 per la tutela e la valorizzazione del patrimonio speleologico da parte degli enti locali; 100 per attività di soccorso e salvaguardia delle aree speleologiche da parte della Federazione Speleologica Marchigiana e dei gruppi speleologici iscritti all’albo. Altri 200 milioni sono stanziati per il 2001. In base alla legge, è vietato abbandonare i rifiuti, alterare il regime idrico carsico, effettuare scavi, asportare concrezioni, animali, vegetali, reperti fossili, archeologici e paleontologici. Il compito di vigilanza spetta alle Province, che possono avvalersi della collaborazione di gruppi speleologici. In caso di inosservanza, sono previste sanzioni da un minimo di mezzo milione ad un massimo di cinque milioni. La proposta di regolamento è ora all’esame della competente commissione consiliare per la definitiva approvazione.