San Benedetto del Tronto . “Si sentiva il bisogno di questo incontro per affrontare la disomogeneità degli interventi fra le varie zone del Paese in tema di handicap grave”. Così la Ministra della Solidarietà Sociale, Livia Turco ha aperto la sua comunicazione alla giornata conclusiva del Seminario nazionale di studio per le politiche di intervento in favore dei disabili gravi, che si è tenuto a San Benedetto.
“ Si tratta di investire molto sul problema della disabilità grave, con un impegno generale e convergente delle Regioni. Ma, innanzitutto, bisogna arrivare urgentemente ad una uniforme ed oggettiva definizione del concetto di gravità, con un impegno comune fra le strutture del Sociale e della Sanità.“ Livia Turco ha sottolineato l’utilità del seminario e degli esiti dell’attività dei gruppi di lavoro, che aveva precedentemente ascoltato, al fine di costruire un percorso omogeneo verso la definizione oggettiva di “gravità”, essenziale alla piena attuazione della legge 162. “Non è un caso, allora, - ha aggiunto- che la concretezza che ha caratterizzato questo seminario emerga proprio in una regione- le Marche – che ha applicato puntualmente la legge ed ha espresso un impegno operativo e finanziario esemplare.” Dall’intervento dell’On. Turco, denso di indicazioni anche operative, si possono sintetizzare alcuni aspetti programmatici e di contenuto etico: “Va superato lo stereotipo che la persona con disabilità grave non abbia particolari talenti e abilità che, al contrario, vanno scoperti e valorizzati.” Grande importanza la Ministra ha attribuito, infine, alla prevenzione e all’integrazione socio-sanitaria , a fronte della quale è necessario un forte investimento anche per la ricerca scientifica. Ad esempio, promovendo diffusamente la diagnosi prenatale, così da prendere in carico il problema già prima della nascita e consentire di affrontarlo con efficacia e consapevolezza, sia da parte della rete di servizi, sia dalle stesse famiglie. Famiglie che rappresentano una fonte inesauribile di idee e notizie e per le quali la Turco ha rimarcato la necessità di interventi mirati al loro “sollievo”.
Il modello marchigiano e la campagna “Dopo di noi”.
Un concetto ,questo, che aveva già espresso in mattinata nella visita al Centro diurno “Arcobaleno” di San Benedetto dove è giunta accompagnata dall’assessore regionale ai Servizi Sociali , Marcello Secchiaroli, dal sindaco Paolo Perazzoli e dall’assessore, Gabriele Franceschini. “Nelle Marche – aveva detto- si vive una dimensione di vera comunità sociale che sto verificando oggi qui a San Benedetto, una situazione di reale presa in carico dei problemi delle persone svantaggiate. E credo che sia merito della sensibilità, della cultura e dell’ attenzione di questa regione se qui sono nate molte esperienze positive in tema di handicap. Le Marche si sono distinte nelle Politiche sociali in questi ultimi tempi per impegno e puntualità di interventi, soprattutto grazie alla sensibilità e al fatto che l’assessore regionale ai servizi sociali si è impegnato molto sui
problemi dell’handicap. Per questo chiedo proprio alle Marche di fare da traino per l’attuazione della legge 162 , regione-modello, promotrice di progettazione, di azioni di gemellaggio con altre regioni per attuare pienamente la legge . Accolta da una vera e propria festa organizzata dagli ospiti del Centro – trenta persone con diverse disabilità tra i 16 e i 49 anni- e dalle loro famiglie, Livia Turco aveva affermato che “sono questi incontri con la gente e questi esempi che incoraggiano ad andare avanti nella azione politica”. “Sapere che l’impegnativo lavoro della costruzione di una legge è finalizzato a persone come voi è confortante, soprattutto perché da voi possiamo imparare e comprendere. E se il Sindaco Perazzoli, rispetto ad altre opere che hanno comportato miliardi di spesa, definisce con emozione questa struttura l’orgoglio del suo impegno di amministratore, significa che qui esistono i valori fondamentali che devono ispirare l’attività politica nel senso più elevato del termine. Ma vorrei che la realizzazione di tali strutture non fosse solo per merito della sensibilità degli amministratori, ma un obbligo per tutti. E se esempi come il Centro Arcobaleno diventassero la norma, l’Italia avrebbe fatto grossi passi avanti. “ La Ministra si è soffermata a lungo con i ragazzi disabili, visibilmente molto contenti di abbracciarla e di farle dono di un quadro dipinto da loro. “Sono molto contenta di essere qui con voi, prima che come ministra, come genitore e come persona. Conosco bene i problemi di voi genitori. Famiglie che hanno ragazzi che giustamente definiscono ”speciali” con problemi che si raddoppiano in età adulta. Il dramma che già vivono questi genitori è ancora più angoscioso per il futuro: il non sapere dove e come potranno continuare a vivere i loro figli, quando loro non ci saranno più. Per questo vorrei lanciare una campagna di sensibilizzazione, nella quale coinvolgere attivamente le Marche, che si chiamerà “Dopo di noi”: una “missione” importante, innanzitutto per far conoscere questo problema e poi per promuovere un’ alleanza ampia tra soggetti pubblici, aziende, enti economici e famiglie di disabili. (ad’e – f.b.)
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