La Regione non è in grado di dare corso all’esame delle osservazioni al Piano delle Attività Estrattive per i ritardi di alcuni Comuni, che sono stati già sollecitato più volte.
A comunicarlo è il vice-presidente Gian Mario Spacca.
“Molti Comuni stanno chiedendo notizie in merito al PRAE – ha detto – per conoscere i tempi necessari alla chiusura dell’intera procedura. Purtroppo ancora non siamo in grado di rispondere, dal momento che ci sono alcuni Comuni che non hanno provveduto alla pubblicazione del Piano all’Albo Pretorio o non l’hanno comunicato alla Regione.
I nostri Uffici, sia con lettera che con telefonate, hanno invitato i Comuni ritardatari a mettersi in regola. Questi ritardi sono un fatto grave, perché essi non mettono nelle condizioni di esaminare le eventuali osservazioni, predisponendo poi la relativa delibera.
Il risultato è che il Piano regionale delle Attività estrattive è bloccato e non può continuare il suo iter di approvazione, per poi diventare esecutivo con gli ulteriori programmi provinciali.
E’ paradossale che da una parte ci si chieda di normare un settore così delicato come quello delle cave, e dall’altro non si adottino comportamenti concreti perché questo avvenga.
Ricordo che la legge prevede che i Comuni devono procedere alla detta pubblicazione entro 60 giorni dal ricevimento del PRAE. Quindi entro i successivi 30 giorni, la Regione deve esaminare le osservazioni e predisporre gli atti conseguenti. Questa procedura è prevista dalla l.r. 71/97. La pubblicazione del PRAE sul BUR è avvenuta alla fine di giugno, pertanto i 60 giorni sono ampiamente decorsi.”.
Sono 9 i Comuni marchigiani che non hanno ancora ottemperato alle disposizioni previste per legge: Agugliano, Folignano, Montegranaro, Moresco, Pioraco, Porto San Giorgio, Ripatransone, Sarnano, Serra San Abbondio. (e.r.)
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