Con una lettera inviata al direttore generale dell’INPS, dott. Sergio De Simone, l’assessore regionale all’agricoltura Luciano Agostini torna sulla questione dei lavoratori stagionali, in questo periodo impegnati soprattutto nella raccolta dell’uva. Nella lettera è rivolto un invito affinché siano messe “in atto forme flessibili di controllo”, che mentre tengono conto delle leggi in vigore, non trascurino “il contesto socio-economico in cui si collocano” e viene fatto anche esplicito riferimento alla nuova normativa che “è già inserita nella Finanziaria 2001” e che darà una boccata d’ossigeno al problema.
Il lavoro stagionale in agricoltura è, come noto, una questione annosa, che non ha mai trovato adeguata soluzione e che anche quest’anno è stata denunciata da tutte le rappresentanze del mondo agricolo.
“Un problema – ricorda Agostini – che diventa ‘esplosivo’ durante la vendemmia, ma che esiste sempre in agricoltura, visto che si tratta di un settore dove la stagionalità delle colture è la norma”.
La lettera fa seguito ad un incontro che lo stesso assessore ha tenuto nei giorni scorsi con le organizzazioni agricole e le centrali cooperative, ma dell’argomento Agostini si era già interessato alla fine di luglio, coinvolgendo il Ministro del Lavoro Cesare Salvi.
Nella sua risposta il Ministro, non solo dice di condividere le considerazioni espresse dall’assessore, ma precisa anche che si sta concludendo l’iter del disegno di legge che, attuando una legge dell’anno scorso, consente maggiore flessibilità nel mercato del lavoro.
“Il problema della manodopera in agricoltura è prioritario – sottolinea Agostini – e si presenta sotto molteplici aspetti. Manca quella giovanile, sia generica che qualificata. La forza lavoro specializzata è costituita da pensionati, che sono scoraggiati dall’accettare un utilizzo temporaneo e regolare, perché ci sarebbe la decurtazione delle pensioni. Non c’è la possibilità, nel caso dei braccianti agricoli, di rivolgersi a Società che forniscono lavoro interinale. Inoltre – aggiunge – le difficoltà di utilizzazione riguardano gli stessi parenti, mettendo anche a repentaglio la sana tradizione della solidarietà da sempre ‘elemento forte’ della vita in campagna.”
E Agostini ricorda che su questo tema si è tenuto, nel febbraio di quest’anno, un Convegno con la partecipazione dello stesso Salvi – “Le politiche del lavoro in agricoltura”, il titolo – dove furono già individuate alcune ipotesi di lavoro. Oltre alla richiesta di approvare al più presto il provvedimento di attuazione della legge144/99, che inserisce elementi di flessibilità, come ad esempio l’utilizzo dei parenti nei lavori stagionali, provvedimento a cui fa riferimento il Ministro in risposta ad Agostini, ne furono indicate altre:
- la esemplificazione, per i lavori connessi a necessaria stagionalità, degli adempimenti relativi alle assunzioni, evitando la cumulabilità del reddito percepito dal pensionato con gli emolumenti pensionistici. Tali redditi potrebbero invece essere assoggettati a tassazione separata.
- l’esenzione contributiva, considerato che comunque i contributi versati non andrebbero a incidere sul trattamento pensionistico del lavoratore pensionato. L’azienda si dovrebbe fare comunque carico dell’assicurazione obbligatoria all’INAIL.
- consentire l’utilizzazione del lavoro interinale, anche per i lavoratori di qualifica non elevata, come i braccianti agricoli.
(e.r.)
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