Il Piano di Sviluppo rurale, che nella serata di mercoledì 13 settembre è stato approvato a Bruxelles dal Comitato tecnico STAR, è stato presentato alla stampa dall’assessore regionale Luciano Agostini. Presenti anche esponenti delle associazioni agricole e delle centrali cooperative e il presidente della III Commissione Ferdinando Avenali: a loro - oltre che al presidente D’Ambrosio, che ha seguito da vicino l’intero iter del provvedimento, e al suo predecessore Marco Moruzzi - l’assessore Agostini ha voluto rivolgere un sentito ringraziamento. In qualche caso, nel corso della lunga trattativa con Bruxelles - ha precisato – abbiamo dovuto lavorare nella fretta e non sempre questa consente di operare rispettando perfettamente tutti i passaggi istituzionali e le esigenze della concertazione, che verranno comunque recuperati nella fase di stesura dei Bandi. Ma, ha sottolineato, il risultato ottenuto è molto positivo per tutto il mondo agricolo ed è comunque migliorabile “in corso d’opera”. A questo proposito il responsabile del Servizio Agricoltura Sergio Bozzi ha detto che va attivato un serrato confronto con la Commissione EU e ha annunciato che è già organizzata una riunione dei dirigenti degli assessorati agricoltura dell’Italia centrale per entrare nel merito dell’attuazione dei Piani.
Entro la fine del mese ci sarà la decisione finale della Commissione Europea che, a questo punto, rappresenta solo una pura formalità.
Il Piano è l’intervento finanziario di maggior rilievo che interesserà la regione nel periodo 2000-2006: verranno attivati investimenti per 1.337 miliardi di investimenti, di questi la parte pubblica (Unione Europea, Stato, Regione) è di 871 miliardi.
Il quadro di riferimento normativo è il Reg. CE 1257/99, regolamento cardine di Agenda 2000, che riassume in un unico strumento normativo ben cinque precedenti regolamenti, elemento che assicura vantaggi in termini di semplificazione e trasparenza.
Tre gli Assi portanti del Piano, che perseguono altrettanti Obiettivi:
- competitività delle imprese attraverso il miglioramento dell’efficienza della produzione e commercializzazione e la ricerca della qualità. La dotazione è di circa 380 miliardi, pari al 43 per cento del totale;
- sostenibilità dello sviluppo attraverso la riduzione dell’impatto dell’attività agricola sull’ambiente e una azione diretta di protezione del territorio per ridurre i rischi del dissesto idrogeologico, come frane e inondazioni. La dotazione è di circa 400 miliardi, pari al 46 per cento del totale;
- integrazione dello sviluppo rurale attraverso interventi in settori diversi dall’agricoltura, quali agriturismo, turismo rurale, artigianato tipico locale, la valorizzazione del patrimonio rurale (recupero di villaggi rurali e di strutture di valore storico-architettonico). La dotazione è di circa 97 miliardi pari all’11 per cento del totale e rappresenta un intervento totalmente nuovo rispetto al passato.
L’assessore ha precisato che il Piano marchigiano prevede strumenti particolarmente innovativi, anche rispetto ai Piani presentati da altre Regioni ed è proprio su alcuni di questi strumenti che si è dovuto avviare un lungo e, qualche volta difficile, confronto con Bruxelles.
Entrando nel merito di alcune di queste Misure, si possono citare quelle che si riferiscono all’ingegneria finanziaria, che le Marche in particolare, hanno ritenuto di attivare, mettendo a disposizione un fondo di garanzia per le imprese agricole che ricorrono ai finanziamenti bancari. “Nella sostanza – ha sottolineato Agostini – abbiamo voluto riservare all’agricoltura lo stesso trattamento che ha da tempo il settore industriale.” Inoltre gli interventi per i giovani agricoltori, per aiutare chi costituisce aziende valide: è previsto il raddoppio del premio di insediamento, cosicché i beneficiari potranno usufruire fino ad un massimo di 100 milioni per interventi quali l’acquisto di terreni e lavori di straordinaria manutenzione. E ancora verranno premiati – saranno concessi 10 punti di aiuto in più - coloro che investono in qualità e protezione del territorio. Anche l’Asse 3, che pure non ha una grossa dotazione finanziaria, è profondamente innovativa perché consente di mettere in sinergia diversi settori, “filosofia che è quella vincente per lo sviluppo delle nostra aree interne”. Così come va considerato che la sostenibilità, e all’interno di questa le misure agroambientali (ex Reg. Ce 2078/92) assorbono le risorse più rilevanti.
La centralità dell’impresa è la filosofia – ha detto Agostini – che anima l’intero Piano, perché è su questo che si giocherà il futuro dell’agricoltura.
Con il Piano approvato è possibile dare il via libera alla spesa della tranche del 2000, “risorse che sono di fatto già state spese”, ha detto, dal momento che ci sono domande che sono state approvate, ma non evase, per mancanza di fondi, con i precedenti regolamenti: circa 100 miliardi.
Ora l’impegno principale, in modo da poter attivare i finanziamenti del 2001, sono i Bandi, che saranno pronti quanto prima e che, ha sottolineato Agostini, verranno “costruiti” con tutti i momenti, istituzionali e non, del mondo agricolo. (e.r.)
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