“Il sei luglio, primo giorno di presentazione delle domande a valere sui fondi della L. 236/93 – ha dichiarato l’assessore al Lavoro e Formazione Professionale Cristina Cecchini - ha visto esaurirsi, senza disagi e in tranquillità, la “coda” dei presentatori che sin dal 26 giugno aveva stazionato davanti alla sede della Regione Marche. La situazione è rimasta stabile, nonostante le assicurazioni - del Ministro Salvi e diffuse dagli organi di informazione – circa l’incremento delle risorse che verranno assegnate.
I progetti sono stati ricevuti e protocollati nei termini previsti, e nel pomeriggio gli uffici del Servizio regionale Formazione Professionale hanno completato il primo esame formale delle domande consegnate a mano - che sono in totale 427 - a cui se ne aggiungono una trentina giunte per posta.
Il “giorno dopo” si possono quindi fare alcune considerazioni.
1) La Regione, con il piano triennale delle politiche attive del lavoro, ha da tempo individuato le proprie strategie per le qualificazioni e la formazione diretta al mondo delle imprese; la circolare ministeriale non è in linea con tali strategie.
2) La Regione, sin dai primi giorni di giugno, aveva proposto alle parti sociali un pacchetto di criteri in grado di migliorare la qualità della progettazione ed evitare la “corsa” al finanziamento: questo pacchetto non è stato accettato, ed anche l’ipotesi sorteggio non era stata universalmente accolta.
3) Il ministro Salvi, sollecitato in modo deciso da tutte le Regioni, ha comunicato nel primo incontro con gli assessori regionali la volontà di integrare i fondi della L. 236/93 con una parte delle risorse (300 miliardi di lire) originariamente destinate alla Fondazione per la formazione.
4) Nel Programma Operativo Obiettivo 3 della Regione esistono consistenti risorse finanziarie riservate alla formazione continua, per il periodo 2000/2006; con lo specifico obiettivo della riorganizzazione, rimodulazione e flessibilità dei rapporti di lavoro e della competitività delle imprese private: le imprese hanno quindi un canale finanziario ben definito per sopportare i processi di qualificazione ed innovazione.
Quanto sopra a testimoniare che la Regione vuole effettivamente avanzare nel processo di innovazione e di integrazione che interessa i sistemi lavoro–formazione professionale–pubblica istruzione, processo sicuramente non facile e che sarà possibile realizzare solo con la condivisione e la collaborazione di tutte le parti economico–sociali.”
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