La Regione Marche parte con un primo esperimento di telelavoro. Ad essere interessato è il giornalista dell’Ufficio stampa Sandro Premici che si trova ad affrontare un lungo periodo di riabilitazione a seguito di un’operazione di discopatia effettuata presso l’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno sulla quale pende un’inchiesta della magistratura per l’esito controverso.
Lo ha deciso la Giunta regionale su proposta dell’assessore ai problemi del personale, Cristina Cecchini.
La legge 191 del 1998 dà infatti facoltà alle Amministrazioni pubbliche, sentite le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, di attivare forme sperimentali di telelavoro.
“Con questa prima iniziativa – ha sottolineato l’assessore Cecchini – cogliamo due obiettivi : mettiamo in moto il meccanismo del telelavoro sperimentandone le potenzialità e le condizioni operative e rispondiamo anche all’esigenza di un nostro dipendente, tuttora impossibilitato a recasi nel suo abituale luogo di lavoro, di riprendere la propria attività. Quella giornalistica è una professione che si presta più di altre ad essere esercitata per via telematica.”
Questo primo esperimento, che avrà la durata di 6 mesi, rinnovabile e reversibile, si configura come progetto-pilota da cui ricavare indicazioni utili per regolamentare l’introduzione del telelavoro all’interno della struttura amministrativa regionale.
“Come già avvenuto per la Provincia autonoma di Bolzano, che già nel 1997 ha avviato il proprio progetto sperimentale di telelavoro, la Regione Marche – ha infine rimarcato la Cecchini – stipulerà un accordo in tale materia con le Organizzazioni sindacali, garantendo a Premici come a tutti dipendenti che sceglieranno questa forma di lavoro, le medesime possibilità di sviluppo e carriera ed il mantenimento di tutti i diritti, compresi quelli sindacali”.
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