Il Piano triennale della Regione sulle politiche del lavoro è stato presentato al Convegno dal titolo ‘Le strategie per il lavoro nelle Marche’, che si è svolto al Quartiere fieristico di Macerata, nell’ambito di ’Obbiettivo lavoro’, la quarta rassegna regionale di orientamento allo studio ed alla professione e sulle strategie per il lavoro nelle Marche.
“Non è un libro dei sogni – ha detto il Dirigente del Servizio Lavoro e Formazione profes-sionale della Regione, Marco Bellardi, nell’introdurre l’iniziativa – bensì un concreto dispo-sitivo per l’utilizzo delle risorse destinate alle Marche dal Fondo sociale europeo (FSE), che opera non più solo sulla formazione, ma sull’occupazione in senso lato, dalla ‘preven-zione’ alla ‘cura’ (incentivazioni all’imprenditoria, cioè, sostegno all’occupazione ed alle categorie deboli, integrazione fra i sistemi formativi e dell’istruzione, ecc.).”
”550 miliardi di lire – ha aggiunto Sergio Vistarini del Censis che ha curato la predisposi-zione del piano –, destinati alle Marche dal FSE nel prossimo sessennio, rendono deter-minante questo strumento che agirà insieme agli interventi finanziari propri della Regione.”
”Ma siamo anche in attesa – è ancora Bellardi a spiegare – della definizione negoziale a livello nazionale dell’obbiettivo 3, prevista per marzo, che completerà il quadro delle possi-bilità e delle sovvenzioni utilizzabili nell’ambito dei cosiddetti aiuti di Stato. Tutto ciò qualifi-ca e dà corpo all’azione della Regione a favore dell’occupazione e dello sviluppo impren-ditoriale.” ”Che debbono aggiornarsi e allinearsi alla rivoluzione che ha investito tutto il si-stema economico – ha messo in risalto Vistarini -, perché quello regionale ha luci ed om-bre, punte di vivacità, ma anche ritardi soprattutto nello sviluppo di un terziario avanzato e competitivo. Il lavoro fatto dal ‘95 nell’elaborare i Piani triennali delle politiche attive del la-voro, è stato dedicato proprio a colmare questo ‘gap’. Il Piano 2000-2002 di fatto rende attuali le cose da fare individuate ed iniziate in quello ‘97-‘99.”
Il rappresentante del Censis, poi, si é soffermto su due aspetti: l’integrazione fra i sistemi della formazione (da quella continua a quella d’accesso al mondo del lavoro o di alta qua-lificazione, IFTS) e dell’istruzione e sull’altra ‘rivoluzione’, quella dei nuovi servizi all’impiego che gestiranno il 70% delle risorse disponibili.
Nella prima parte dei lavori sono intervenuti anche Luciana Storani, l’Assessore provin-ciale maceratese, nelle vesti anche di ‘ospite’ dell’iniziativa che ricordiamo si svolge a Ma-cerata, e Pier Giovanni Bresciani dello Studio Meta che ha coadiuvato la Regione nell’elaborazione del Piano.
Come Vistarini, Bresciani ha ricordato il grande lavoro di concertazione realizzato e so-prattutto il ruolo delle Provincie dalla cui sinergia con la Regione nell’approfondimento di una tematica così vasta, ha preso forma uno strumento che sposta molto in avanti la pro-grammazione e le possibilità di sviluppo delle Marche.
“A condizione che – ha detto – si agisca velocemente all’interno dell’intera e ampia gam-ma di servizi che i Centri per l’impiego dovranno fornire e che si proceda ad un monitorag-gio costante soprattutto nella prima fase, per correggere il tiro di volta in volta: un’azione necessaria e che il Piano consente. Standard minimi, da subito, e di qualità, sono gli ob-biettivi ai quali tutto il sistema deve lavorare.”
La giornata a ‘Obbiettivo Lavoro’ è proseguita con l’approfondimento d’obbligo sul tema principale, il Piano, ma anche sulla situazione marchigiana, attraverso una Tavola rotonda condotta da Giuseppe Roma, il Direttore del Censis, su: ‘Verso il Piano annuale degli in-terventi per le politiche attive del lavoro’.
Al dibattito hanno partecipato alcuni protagonisti del mondo del lavoro e della formazione: da Marco Manzotti per le segreterie regionali Cgil-Cisl e Uil a Enrico Loccioni della Confin-dustria Marche, da Giorgio Cippitelli, Confartigianato, a Antonio Quagliani, Direttore dell’Agenzia regionale Marche lavoro (Armal), e ,infine, a Alberto Febbrajo, Rettore dell’Università di Macerata.
L’importanza e la particolarità del sistema economico regionale risalta anche dalla posi-zione detenuta dalle provincie marchigiane nella realtà artigianale italiana: due su quattro sono ai primi posti per la consistenza settoriale.
La propensione è per i comparti manifatturieri, mentre al contrario la vocazione al terziario è poco sviluppata e pochissimo per quello avanzato.
Per recuperare il tempo perso rispetto all’Europa, la velocità di effetti va moltiplicata per tre: i prossimi sei anni debbono valerne 18 in termini di strategie.
Ma attenzione a mettere a punto via, via i problemi in un continuo ‘feed back’ (monitorag-gio), come quello fra Università e impresa, incrociando i progetti e le scelte reciproche.
Più prudentemente alcuni hanno sottolineato che i tempi saranno lunghi e i risultati non sempre visibili nel breve, ma non c’è alternativa: o si costruisce l’intero castello o il gap si aggraverà.
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