Ridurre l’incidenza del canone d’affitto sul reddito familiare.
E’ l’obiettivo del nuovo “Fondo nazionale di sostegno al reperimento delle abitazioni in locazione” che la Regione intende rendere immediatamente operativo nelle Marche. I contributi integrativi vengono assegnati ai cittadini dai Comuni sulla base del reddito familiare.
Il Fondo nazionale viene determinato annualmente con la legge finanziaria. E’ ripartito tra le Regioni e le Province autonome per essere assegnato ai Comuni. Lo stanziamento 1999 riconosce alle Marche una quota pari a 8,5 miliardi, in grado di aiutare circa 2.100 nuclei familiari “in affitto”.
“Questi nuovi contributi – afferma l’assessore all’Edilizia Pubblica, Bruno Di Odoardo – nascono dall’esigenza di dare una risposta al fabbisogno che proviene dalle famiglie meno agiate, che non hanno ancora avuto la possibilità di ottenere un alloggio pubblico e, pertanto, costituiscono uno strumento di politica abitativa che si affianca a quello tradizionale dell’edilizia residenziale pubblica. La Regione Marche aveva preceduto l’istituzione del Fondo nazionale con un fondo alimentato da risorse proprie. Ora i due fondi verranno unificati”.
In attesa che il Consiglio regionale stabilisca i criteri per ripartire i fondi destinati ai Comuni, la Giunta regionale – su proposta dell’assessore Di Odoardo - ha chiarito termini e modalità di partecipazione al Fondo da parte dei Comuni, le procedure per individuare i beneficiari e per effettuare le verifiche di idoneità, le modalità di rendicontazione annuale alla Regione, la disciplina transitoria per il 1999.
Per accelerare la concessione dei contributi, la Giunta regionale ha previsto indirizzi facoltativi da seguire, “in assenza di diversi criteri stabiliti dai Comuni”, nella fase della predisposizione delle graduatorie. Il testo approvato dalla Regione è stato sottoposto all’esame delle organizzazioni sindacali di categoria e dell’Anci (l’associazione dei comuni).
I beneficiari dell’intervento sono individuati valutando l’incidenza del canone sul reddito familiare. Attualmente sono previste due fasce: la prima valuta il reddito imponibile e prevede un contributo massimo di 6 milioni annui; la seconda considera un reddito convenzionale (quello stabilito dalla legislazione regionale in materia di edilizia residenziale pubblica) e prevede un contributo massimo annuo di 4,5 milioni di lire. Un’integrazione del fondo da parte del Comune, non inferiore al 15 per cento dell’importo complessivo assegnato nell’anno precedente, consente allo stesso di stabilire ulteriori classi di reddito beneficiarie del contributo agevolato. Questa possibilità, però, viene preclusa per l’anno transitorio 1999. I comuni possono, tuttavia, individuare categorie sociali particolarmente bisognose (quali gli ultrasessantacinquenni o i disabili) alle quali incrementare il contributo fino a un tetto massimo del 25 per cento.
Al bando possono partecipare i cittadini italiani o di uno Stato aderente all’Unione europea, e gli extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno.
I bandi di assegnazione vengono pubblicati dai Comuni. I beneficiari devono presentare domanda entro il mese di settembre di ciascun anno. Entro il 31 ottobre i Comuni devono inviare alla Regione la richiesta di partecipazione al fondo, corredata dai dati necessari per il riparto. Entro il 28 febbraio dell’anno successivo le amministrazioni comunali devono inviare il rendiconto delle spese sostenute. Eventuali economie vengono restituite alla Regione.
Per l’anno 1999 valgono, invece, questi termini: il Comune affigge il bando entro 30 giorni dalla pubblicazione della delibera regionale con i criteri sul Bollettino ufficiale della Regione Marche; entro i 30 giorni successivi invia alla Regione la richiesta di partecipazione al Fondo; entro il 28 febbraio 2001 la rendicontazione delle spese. (r.p.)
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