La giunta regionale ha approvato, con una proposta di atto amministrativo, il piano regionale di dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado nella Regione Marche.
Il provvedimento, ad iniziativa dell’assessore Gino Troli, costituisce il primo significativo atto che testimonia il nuovo ed accresciuto ruolo delle Regioni in materia di pubblica istruzione, un processo che vede l’autonomia scolastica al centro della delega di funzioni dallo Stato alle Regioni e agli Enti locali.
Il decreto legislativo 112/98 è il decreto che attua la cosiddetta Bassanini 1 (Legge 59/97) e agli articoli 138 e 139 tratteggia l’innovazione nella scuola. L’esercizio delle nuove competenze è subordinato al decreto di riordino del Ministero della Pubblica Istruzione e degli organi periferici dell’amministrazione scolastica.
Tale riordino sarà prevedibilmente in vigore nei prossimi mesi, cosicché il trasferimento delle funzioni agli Enti locali sarà effettivo dal settembre 2000, mentre le deleghe alle Regioni decorreranno dal settembre 2001.
A partire da tali date alle Regioni sono delegate materie importanti quali la programmazione delle rete scolastica sulla base dei piani provinciali, la suddivisione del territorio regionale in Ambiti funzionali al miglioramento dell’offerta formativa, la programmazione dell’offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale.
Nell’attuale fase di transizione le operazioni dell’autonomia scolastica sono regolamentate dal DPR 233/98, per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche statali e la definizione degli organici funzionali di istituto.
“Il Piano di dimensionamento, proposto dalle conferenze provinciali - ha affermato Troli - è il primo fatto concreto del processo in corso. E’ pertanto un primo atto di visibilità delle trasformazioni e un''occasione di crescita di una cultura dell''autonomia; un''occasione, inoltre, per sperimentare nuovi ruoli da esercitare in sinergia, valorizzando le capacità che esistono a livello locale. Il confronto per la formazione del piano si è rivelata un’esperienza importante acquisita sul campo, anche se fra tensioni e dialoghi a volte serrati”.
“ La Regione Marche – ha inoltre sottolineato Troli – ha vinto la sua prima sfida come poche altre regioni in Italia e ha predisposto il suo piano di dimensionamento. Esso è il frutto di quasi due anni di intenso lavoro delle conferenze provinciali e di un ruolo di coordinamento regionale. Occorre soddisfazione per il risultato acquisito insieme alla consapevolezza dei limiti di questa prima operazione.”
Per quanto è stato possibile, le operazioni di dimensionamento si sono svolte in qualità, definendo i previsti Ambiti Territoriali e organizzando la rete in base ai bisogni e alle caratteristiche locali, senza dimenticare che obiettivo qualitativo non è mai quello di ottenere tutto subito quanto piuttosto di procedere rispettando i tempi del processo.
E’ con il primo anno scolastico di autonomia 2000-2001 che si dovranno potenziare le azioni di sostegno, promozione e coordinamento predisponendo per tempo, per quanto compete alla Regione, le operazioni che potranno essere in grado di sostenere la qualità nell’assolvimento dei prossimi compiti delegati – da settembre 2001 – con piene
responsabilità di programmazione territoriale della rete dell’offerta formativa integrata, sulla base degli Ambiti funzionali.
Nel suo complesso il Piano regionale dimensiona 279 istituzioni autonome, 186 per la scuola di base, 93 per la Scuola secondaria superiore, distribuite come risulta dal seguente prospetto.
L’esubero, in relazione ai dati previsionali del D.M. 73/99, delle istituzioni autonome della scuola secondaria superiore è compensato, come previsto dalle disposizioni ministeriali, dalla quantità delle istituzioni autonome della Scuola di base.
Scuola di Base Scuola secondaria superiore
Piano D.M. 73/99 Piano D.M. 73/99
Ancona 50 53-56 28 25-26
Ascoli Piceno 49 47-49 22 22-24
Macerata 42 41-43 21 19-21
Pesaro 45 48-52 22 19-20
MARCHE 186 189-200 93 85-91
Nel Piano regionale della Scuola di base, i circoli didattici rappresentano il 27%, le scuole medie l’8%, gli Istituti comprensivi il 65%, Nel Piano regionale della Scuola secondaria superiore, gli istituti pregressi riconosciuti in autonomia rappresentano il 76%; gli Istituti di istruzione secondaria superiore, frutto di aggregazione, rappresentano il 24%.
La Regione ha apportato modifiche ai Piani provinciali considerando la documentazione trasmessa dalla Conferenze, accogliendo le richieste di deroga previste dal DPR 233/98 e quelle di attenzione per autonomie dimensionate oltre il parametro dei 900 alunni, riconoscendo operazioni di scorporo di scuole unitarie in presenza di consenso formalizzato dagli Organi collegiali della Scuola, valutando con massima attenzione ogni situazione particolare, accogliendo tutte le proposte delle Conferenze provinciali che fossero comprovate come uniche scelte possibili in relazione alle risorse scolastiche d’Ambito territoriale e quindi necessitassero di interpretazione della normativa vigente.
Tutte le modifiche apportate dalla Regione hanno naturalmente mirato a garantire piena legittimità al Piano regionale. La Proposta di atto amministrativo è stata inviata al Consiglio regionale per la definitiva discussione e approvazione.
La Giunta ha infine deciso – al fine di valutare complessivamente i problemi connessi alla Pubblica Istruzione della nostra regione - di incontrare i quattro Provveditori agli Studi.
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