“Abbiamo lavorato in modo che il gioco di squadra caratterizzasse sempre più il sistema regionale, a livello di amministrazione pubblica e di operatori, perché la partita di uno sviluppo equilibrato e sostenibile diventasse l’elemento qualificante di questa amministrazione”: così il presidente della giunta Vito D’Ambrosio, a conclusione del dibattito alla Conferenza regionale “Per un’agricoltura di tutti”, che ha visto impegnati per due giorni operatori, amministratori e rappresentanti del mondo economico e sociale. Una sottolineatura forte e anche una risposta a chi aveva sostenuto che non sempre intorno all’agricoltura si sono strette le solidarietà di tutto il governo regionale; “l’agricoltura nella politica regionale non è isolata, abbiamo perseguito una politica – ha detto D’Ambrosio – che ha fatto della promozione del territorio rurale un punto di forza” e ha ricordato le tante iniziative per farlo conoscere e vitalizzarlo: la politica turistica non solo incentrata sul mare, il “museo diffuso” in quella culturale, lo sviluppo dell’agriturismo, la valorizzazione dei piccoli centri storici, gli itinerari enogastronomici, l’attenzione alle produzioni tipiche e di qualità legate al territorio. In questo quadro sicuramente assumono un ruolo importante anche le aree protette e i parchi, che hanno dimostrato di superare la mera visione vincolistica, per diventare una risorsa.
E la dimostrazione di questo sforzo congiunto è il fatto che c’è stato un significativo incremento delle risorse destinate al settore, rispetto alla programmazione iniziale dei finanziamenti regionali del 1994, nella sostanza la Regione ha aggiunto fondi suoi, anche perché è assolutamente aumentata l’efficienza della spesa: come aveva ricordato anche ieri l’assessore Moruzzi tutte le risorse comunitarie, statali e regionali destinate all’agricoltura sono state utilizzate.
La centralità dell’agricoltura è una scelta “dovuta” anche perché il sistema agro-alimentare contribuisce direttamente o indirettamente con il 28 per cento del PIL regionale, il nostro territorio è in gran parte rurale, ormai esiste una qualificata presenza dell’agroindustria, “la stessa grande partecipazione di questi due giorni dimostra – ha sottolineato D’Ambrosio - la vitalità del settore e l’interesse che intorno alla stessa si è creata”. Il presidente ha detto poi di concordare con il Ministro De Castro quando afferma che la globalizzazione è un’opportunità e non una minaccia e quindi è giusto puntare su produzioni di qualità e tipiche, che sono il nostro patrimonio e la testimonianza della nostra storia.
Questa stessa impostazione è stata presente anche negli altri interventi della mattinata, in particolare quello di Mariano Guzzini, nella veste di presidente del coordinamento dei parchi marchigiani e di Massimo Bernetti per la Federvini. Guzzini ha detto di ritenere “necessario candidare i parchi a luogo della sperimentazione dell’innovazione rurale. Non è ragionevole che proprio nei parchi si attivino molte forme di rapporto con gli agricoltori - il marchio, la strada del vino (quella del Rosso Conero è stata la prima a vivello nazionale, n.d.r.), i prodotti tipici e quelli derivanti dall’agricoltura a basso impatto ambientale - senza riuscire a incidere più di tanto sulla necessità di innovare” e quindi tutta la politica regionale deve essere coerente con l’affermazione di Moruzzi che “sostenibilità è la missione strategica della Regione”. Massimo Bernetti ha messo l’accento sull’elemento qualità per vincere la sfida della globalizzazione: nel settore vitivinicolo significa rinnovare il patrimonio, facendo in modo che sia possibile il ricorso alla meccanizzazione, così come bisogna investire sull’assistenza tecnica professionale sia pubblica che privata, una puntuale informazione sugli aiuti e una particolare attenzione a progetti a basso impatto ambientale. Bernetti ha concluso dicendo che “la crescente e aumentata visibilità delle Marche di questi ultimi anni, spinge anche noi imprenditori a fare meglio.” Va comunque sottolineato che proprio nel settore del vino è cresciuto sensibilmente l’export: rilevanti i dati del ’97 e ancor più quelli del ’98: in quest’ultimo anno sono stati esportati circa 10 milioni di litri per un valore complessivo di 45 miliardi, con prezzi medi al litro di tutto rispetto, comunque quasi doppi della media nazionale. I mercati più importanti restano la Germania, con oltre 2 milioni di litri, segue il Regno Unito con quasi altrettanto. Interessante anche altri paesi europei, come Svezia e Danimarca, mentre a livello extraeuropeo resta costante il dato positivo degli Stati Uniti, c’è invece un incremento verso il Canada e eccellente il dato del Giappone, dove siamo ad oltre 850 mila litri con un prezzo medio al litro che supera le 5 mila lire.
La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda dal titolo “Etica e Mercato globale”, con nomi tutti nazionali: Francesco Serra Caracciolo a nome delle organizzazioni agricole, Valerio Poi per le centrali cooperative, Gianni Cavinato per le associazioni dei consumatori, Valerio Orlandini per quelle dei produttori, De Lauretis per Avitalia, i lavori sono stati coordinati dal giornalista Giovanni Posani. (e.r.)
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