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24/12/1999

CASE IN LEGNO AI TERREMOTATI DI SERRAVALLE DI CHIENTI

La Giunta regionale manifesta sorpresa per alcuni resoconti della cerimonia di consegna delle case in legno a Serravalle di Chienti apparsi oggi sulla cronaca di Macerata del Corriere Adriatico (“Case di legno ma senza mobili) e de il Resto del Carlino (“Case ai terremotati, la beffa di Natale”). L’amministrazione regionale non ha consegnato alloggi vuoti, privi di arredamento, ma abitazioni funzionali e complete, subito abitabili. Ciascuna casa è stata dotata dei mobili e degli arredi chiesti dai singoli nuclei familiari, sulla base delle diverse esigenze personali: alcuni hanno voluto un arredamento completo, altri uno parziale in quanto verranno utilizzati mobili di proprietà. Si è lavorato in condizioni difficili: il maltempo degli ultimi giorni, con gelate e forti nevicate, sicuramente ha interferito con la programmazione del lavoro, ma isolate disfunzioni non possono compromettere complessivamente il lavoro svolto per assicurare alloggi confortevoli ai terremotati di Serravalle in tempi celeri. Dobbiamo dare atto alle imprese Trubbiani & Bettucci di Macerata e Lucertini di Senigallia di aver dimostrato impegno e serietà professionale non comuni. La Regione ha speso oltre 700 milioni per arredare le case in legno di Serravalle e 6 miliardi per costruirle. Su 80 alloggi consegnati nella giornata di giovedì 23 dicembre, 43 sono completamente arredati. Gli altri sono arredati solo con i mobili e gli elettrodomestici richiesti dalle famiglie, o non presentano arredamento perché non preteso dai nuclei familiari. Alcuni di questi, vista la qualità delle forniture, hanno chiesto ora di avere un arredamento completo, che sarà consegnato nei prossimi giorni. In altre abitazione, ma si parla di poche unità, mancano alcune componenti dell’arredamento che non è stato possibile consegnare in tempo. La fornitura, però, essendo garantita da ditte locali (le due citate), sarà soddisfatta nelle prossime ore. C’è da sottolineare, inoltre, che molte famiglie hanno voluto prenderne possesso subito delle case, altre hanno preferito entrarvi dopo le festività natalizie per loro scelta. Non è vero, dunque, che i senzatetto non potranno trascorrerci le feste perché incomplete: la verità è che alcune famiglie si sono organizzate, giustamente, in maniera diversa. Prendere, come esempio singoli casi, e sorvolare su tutti altri, è un modo del tutto personale di interpretare gli avvenimenti. Certamente non rende giustizia del lavoro svolto e non aiuta a comprendere la ricostruzione delle zone terremotate.