La Giornata Delle Marche è un’occasione per dimostrare quanto la nostra comunità sia una realtà dinamica, coesa e attenta allo sviluppo economico, scientifico, culturale e sociale di tutto il territorio. Per questo il premio Picchio d’oro 2013 il prossimo 10 dicembre verrà conferito alla memoria del medico marchigiano Carlo Urbani. Il grande lavoro di ricerca, portato avanti con perseveranza, discrezione e spirito di sacrificio, gli ha consentito di dare un contributo determinante alla cura della Sars a scapito della sua stessa vita. In questa tenacia si può ritrovare il carattere dei marchigiani che a 10 anni dalla sua scomparsa lo ricordano con grande affetto, ammirazione e stima, così come hanno fatto anche in Vietnam ad Hanoi dove Urbani ricoprì per tre anni il ruolo di consulente dell’OMS per il controllo delle malattie parassitarie nel Pacifico Occidentale. Già ad aprile scorso infatti, il presidente Spacca ad Hanoi in Vietnam nell’ambito di una missione economica, aveva partecipato alle celebrazioni per ricordare il medico marchigiano nella sede dell’Università pubblica di Medicina. Un evento voluto ed organizzato dall’Ambasciata italiana in Vietnam, dal Governo vietnamita e dall’Oms che ha portato all’avvio di un progetto di collaborazione nel campo della medicina tra Italia e Vietnam.
“Coraggio, altruismo, solidarietà – ha affermato Spacca - sono solo alcuni dei preziosi valori che Carlo Urbani ci ha lasciato in eredità. Valori che, meglio che in nessun altro modo, possono essere riassunti dalle sue stesse parole: ‘Per me vivere all’estero deve essere una testimonianza di barriere abbattute’. Ecco, Carlo Urbani quelle barriere le ha abbattute con l’esempio. Guardando all’altro come a se stesso, capovolgendo la graduatoria dei valori comunemente intesi, dove il vantaggio personale, l’individualità, la diffidenza per tutto ciò che è nuovo, lontano, diverso si trasformano in paura e rancore. Carlo Urbani – ha aggiunto - ha dedicato la propria vita alla ricerca del lontano da sé. In quel Paese, il Vietnam, che tanto ha amato, e negli altri Paesi in cui ha vissuto, si è speso con estrema generosità al servizio del prossimo. Fino ad anteporre il bene altrui, e il valore della ricerca medica, alla sua stessa sopravvivenza. Ma Carlo Urbani non è stato un eroe. Sono certo che lui stesso non avrebbe voluto che lo si ricordasse così. Carlo Urbani era un uomo, marito e padre esemplare, un medico, un italiano e insieme cittadino del mondo, che ha saputo e soprattutto voluto interpretare fino in fondo, nel segno dell’amore, tutti questi ruoli. Un ringraziamento particolare va alla sua famiglia che lo ha amato tantissimo e che da lui è stata così tanto ricambiata. L’amore di Carlo Urbani per il prossimo – ha concluso Spacca - è stato così grande perché la sua vita era nutrita dall’amore della moglie Giuliana e dei figli Tommaso, Luca e Maddalena. La sua dedizione nei confronti delle persone più deboli negli angoli più remoti del mondo, la sua generosità e la sua umanità sono un esempio per tutti noi che ci deve guidare, in questi tempi così difficili, come una luce di speranza”.
BIOGRAFIA
Carlo Urbani (Castelplanio, 19 ottobre 1956 – Bangkok, 29 marzo 2003) è stato un medico e microbiologo italiano. Fu la prima persona a identificare e classificare la Sindrome Respiratoria Acuta Severa (anche nota come SARS o polmonite atipica), la malattia al centro dell'epidemia esplosa in Estremo Oriente tra il 2002 e il 2003 provocando 775 vittime accertate.
Si laurea in Medicina nel 1981 all'Università di Ancona e consegue la specializzazione in malattie infettive e tropicali all'Università di Messina. Successivamente si qualifica in un master di parassitologia tropicale. Lavora nell'Istituto di malattie infettive di Ancona fino al 1985 e dal 1986 al 1989 dirige il proprio ambulatorio di Castelplanio. Nel 1993 diviene consulente dell'Organizzazione mondiale della sanità. In tale veste svolge varie missioni umanitarie in Africa e in Asia. Nel 1996 entra a far parte dell'Organizzazione non governativa Medici senza frontiere e a cavallo tra il 1996 ed il 1997 coordina il suo primo progetto con Medici senza frontiere in Cambogia. Dal settembre 1998 intrattiene rapporti di consulenza con l'Ufficio regionale dell'OMS per il Pacifico occidentale e compie vari viaggi in Cambogia, Laos, Vietnam e Filippine. Nel 1999 diviene presidente della sezione italiana di Medici senza frontiere e in tale ruolo nello stesso anno ritira il Premio Nobel per la pace a Oslo.
Il primo volontariato - Fin da giovane Carlo Urbani è attivo nelle opere di volontariato e collabora con organizzazioni cattoliche quali Mani Tese e l'Unitalsi. Quando è ragazzo partecipa assiduamente ai campi di lavoro di Mani Tese, si impegna nella raccolta dei farmaci da inviare in Africa ed organizza i campi estivi per i ragazzi portatori di handicap dell'Istituto Santo Stefano di Porto Potenza Picena. Con l'Unitalsi accompagna i malati al Santuario di Loreto. Forma inoltre un gruppo di ragazzi che settimanalmente si riuniscono per affrontare discussioni su tematiche riguardanti i paesi del Terzo Mondo.
L'esperienza in Cambogia - Subito dopo l'ingresso in Medici senza frontiere il medico Urbani riceve il suo primo incarico: il controllo delle malattie endemiche parassitarie come la schistosomiasi in Cambogia. La famiglia Urbani arriva nella capitale cambogiana di Phnom Penh nel settembre 1996. Il medico è costantemente impegnato nei suoi "viaggi sul terreno", come vengono definiti nel gergo di Medici senza frontiere. Carlo Urbani insegna alle popolazioni locali come curare le infezioni ed evitare di contrarre malattie parassitarie. La minaccia di attacchi da parte dei Khmer rossi costringe Carlo Urbani a muoversi tra i vari villaggi con la scorta, ma tale situazione di pericolo non lo fa desistere dalla sua missione.
L'esperienza in Vietnam - Il 6 gennaio 2000 Carlo Urbani riceve da parte dell'OMS la notizia del suo nuovo impiego, questa volta in Vietnam. La famiglia Urbani parte nel maggio 2000 alla volta della capitale vietnamita di Hanoi. Questa volta la durata della missione è di tre anni. In Vietnam il medico ha il ruolo di consulente dell'OMS per il controllo delle malattie parassitarie nel Pacifico occidentale.
Medici senza frontiere e l'Advanced Training on Tropical Medicine - Nel 1999 Carlo Urbani diviene presidente della sezione italiana di Medici senza frontiere e come tale si impegna fortemente per il diritto all'accesso ai farmaci per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo. Con i soldi del Premio Nobel ritirato nell'aprile dello stesso anno il presidente Urbani crea dunque un fondo per promuovere una campagna internazionale di accesso ai farmaci essenziali per le popolazioni più povere. Nel marzo 2000 Carlo Urbani coordina un corso internazionale, l'Advanced training on tropical medicine, frutto della collaborazione tra Medici senza frontiere, Fondazione Carneri e l'ospedale di Macerata. Il corso si prefigge lo scopo di definire al meglio le linee guida cui attenersi nell'assistenza sanitaria delle popolazioni del Terzo mondo, in cui le malattie parassitarie costituiscono le prime cause di morte. Dopo due settimane di discussione il corso approda al Macerata Statement, una carta che raccoglie quelle che sono le direttive da seguire nelle missioni umanitarie.
La scomparsa - Il 28 febbraio 2003 viene ricoverato presso l'ospedale di Hanoi un cittadino americano colpito da una polmonite atipica. Carlo Urbani viene immediatamente contattato dall'ospedale e subito vi si precipita. Il medico, in contrasto con il resto dello staff presente, capisce che si trova di fronte ad una nuova malattia e che la situazione è critica. Lancia dunque l'allarme al governo vietnamita e all'Organizzazione mondiale della sanità riuscendo a convincere le autorità locali ad adoperare misure di quarantena. Ma l'11 marzo 2003, durante un volo da Hanoi a Bangkok per presiedere una conferenza di medicina, Urbani si sente febbricitante e scopre di avere contratto il morbo, all'atterraggio chiede quindi di essere immediatamente ricoverato e messo in quarantena. Muore il 29 marzo 2003 lasciando la moglie Giuliana Chiorrini e i tre figli. Grazie all'acume ed alla prontezza di Carlo Urbani, lui e altri quattro operatori sanitari furono gli unici decessi per SARS osservati in tutto il Vietnam. Secondo l’Oms il metodo anti-pandemie improntato da Urbani nel 2003 rappresenta, ancora oggi, un protocollo internazionale per combattere questi tipi di malattia.
Onoreficenze - Medaglia d’oro per i benemeriti della Sanità Pubblica conferito dal Ministero della Salute a Roma nell’aprile 2003.
Grazie a Carlo Urbani il Vietnam è il primo paese a poter dichiarare la SARS debellata. Il 12 maggio 2003 il ministro vietnamita della sanità Tran Thi Trung Chien consegna due medaglie alla memoria del medico: la Medaglia per la Sanità del popolo e la Medaglia dell'Ordine dell'amicizia.
Il ceppo di coronavirus responsabile della SARS, individuato da ricercatori del Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta e delle varie università di Vietnam e Cina, è stato denominato Urbani in memoria del medico di Castelplanio.
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