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20/10/2000

LE REGIONI DELL'ITALIA CENTRALE CHIEDONO PIU' ATTENZIONE A BRUXELLES. TAVOLA ROTONDA DEI CINQUE ASSESSORI REGIONALI ALL'AGRICOLTURA.

Presso la casa comune di Bruxelles delle cinque Regioni dell’Italia centrale – Marche, Abruzzo, Lazio, Toscana e Umbria - si è tenuto un seminario sulla politica agricola in vista dell’allargamento dell’Unione Europea. A conclusione del seminario, presso gli Uffici del Parlamento, si è svolta una tavola rotonda alla quale hanno partecipato gli assessori all’agricoltura: Luciano Agostini per le Marche, Francesco Sciarretta per l’Abruzzo, Antonello Iannarilli per il Lazio, Tito Barbini per la Toscana e Giampiero Bocci per l’Umbria. Oltre ai numerosi funzionari delle cinque Regioni e della Commissione Europea, hanno partecipato il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Frederich Graefezubaringdorf, il direttore generale agricoltura della Commissione Europea e il presidente della sezione agricoltura del Comitato Economico e sociale. Agostini si è detto particolarmente soddisfatto dell’iniziativa fortemente voluta dalle Marche anche per porre la questione dei rapporti Commissione Europea-Regioni. Una questione annosa, che recentemente si è appesantita nel corso dell’esperienza dell’elaborazione dei programmi regionali relativi al regolamento comunitario sul Piano Regionale di Sviluppo Rurale-PRS. Tanti i problemi posti all’attenzione. Intanto il metodo, occorre riprendere nei fatti lo spirito dell’Europa delle Regioni, istituzioni che vogliono che il rapporto di partenariato non sia solo quello economico, ma riguardi anche la fase decisionale. Lo stesso spirito si deve ritrovare nella fase successiva, quella della predisposizione dei programmi regionali: “a questo proposito la recente esperienza marchigiana è stata snervante – ha sottolineato Agostini – con i nostri Uffici costantemente impegnati in una trattativa con interlocutori comunitari spesso diversi, che richiedevano un’aderenza burocratica al regolamento, frustrando – ha aggiunto – lo sforzo di interpretazione della realtà regionale e quindi delle misure necessarie per le Marche.” Un esempio per tutti: la Regione aveva investito molto in politiche a favore dei giovani agricoltori, dal momento che occorre svecchiare l’agricoltura per poter dare futuro al settore: “ebbene la Commissione non ci ha riconosciuto alcuni interventi, dove l’iter procedurarale era stato concluso, ma che non si erano potuti finanziare per insufficienti risorse nel precedente periodo di programmazione.” Altro problema: ci vuole una politica della promozione della qualità, che sia più incisiva e soprattutto la “qualità dei prodotti non può misurarsi solo con le loro caratteristiche igienico-sanitarie. Va assegnata grande importanza agli aspetti organolettici, alla tipicità e più in generale, alla capacità di essere riconoscibili in un mercato globalizzato”. E’ questo da sempre un cavallo di battaglia della Regione Marche, che fa della difesa delle tipicità una politica, volta anche allo sviluppo delle aree interne e marginali. Piena disponibilità sul fronte comunitario anche perché, è stato detto, l’unica cosa che non si può fare è “chiedere aumenti di produzione”, visti i problemi delle eccedenze, non ancora del tutto risolti. “La prima verifica di questa nuova disponibilità – ha detto Agostini – si avrà nella fase di rimodulazione del nostro programma PSR, che verrà avviata quanto prima.” (e.r)