Ortolano
Sistematica
Specie: Emberiza hortulana
Classe: Aves
Ordine: Passeriformes
Stato di conservazione
Lista Rossa UICN Italiana: DD
Lista Rossa UICN Europea: LC
Lista Rossa UICN Globale: LC
Stato delle conoscenze nelle Marche
Stato attuale delle conoscenze: Buono
Stato attuale di conservazione: Sufficiente
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Basso
Distribuzione in periodo riproduttivo nelle Marche
Ortolano
L’Ortolano è un piccolo passeriforme dai colori delicati che può essere osservato mentre canta posato su alberi, cespugli o fili elettrici e telefonici nelle aree agricole. La sua alimentazione è composta soprattutto da semi e altre sostanze vegetali; anche gli invertebrati sono ampiamente utilizzati soprattutto durante l’allevamento della prole. Specie completamente migratrice giunge tra aprile e maggio per ripartire al termine dell’estate.
Habitat
Il suo habitat sono le aree aperte sia coltivate che non soprattutto se secche e ben soleggiate. Nelle Marche in particolare è diffuso nelle aree collinari e di fondovalle sia occupate dalle normali rotazioni agricole che da colture orticole. Evita le zone completamente prive di alberi ed arbusti che utilizza soprattutto come posatoi. Il nido è collocato in depressioni del terreno.
Distribuzione e consistenza nelle Marche
La specie è diffusa e relativamente frequente nelle aree coltivate sia collinari che di pianura della regione con la sola esclusione della porzione a sud della valle dell’Aso dove invece è sporadica. Si rinviene, più rara, anche nelle praterie montane dell’Appennino ma a quote non elevate. Le Marche attualmente sembrano essere la regione italiana con la maggior abbondanza della specie (Pruscini et al 2013); a questo proposito si consideri che è stata contattata in circa il 30% delle 662 stazioni di rilevamento utilizzate per la Rete Ecologica Marche che interessavano prevalentemente seminativi.
La specie nella Rete Natura 2000
La specie è tra le più rappresentate all’interno della rete essendo segnalata in 60 siti (22 ZPS e 38 SIC).
Natura 2000 riesce ad intercettare una parte significativa della scarsa popolazione montana mentre è del tutto inadeguata per gestire l’abbondante e diffusa frazione di coppie nidificanti nelle aree collinari e di fondovalle.
Minacce e pressioni
Lo stretto legame con le aree aperte rende questa specie molto sensibile alle pressioni legate alle attività agricole e zootecniche.
In particolare hanno un effetto molto negativo tutte quelle trasformazioni riconducibile all’intensivizzazione delle coltivazioni come l’utilizzo diffuso di pesticidi, l’eliminazione di siepi e filari o l’aumento della superficie media degli appezzamenti.
Nelle aree collinari e di fondovalle una pressione certamente significativa viene dall’espansione insediativa che ha eroso in modo sostanziale ampie porzioni del paesaggio rurale.
Nelle aree montane al contrario è l’abbandono delle coltivazioni e della zootecnia ad esercitare i maggiori effetti negativi favorendo la diffusione del bosco.
A02.01 |
Agricoltura |
Intensificazione delle pratiche agrarie |
A03.01 |
Agricoltura |
Sfalcio intenso o in intesificazione |
A03.03 |
Agricoltura |
Assenza di sfalcio |
A04.01 |
Agricoltura |
Pascolo intensivo |
A04.03 |
Agricoltura |
Assenza di pascolo |
A04 |
Agricoltura |
Sottoutilizzo dei pascoli |
A06.04 |
Agricoltura |
Abbandono delle coltivazioni |
A07 |
Agricoltura |
Uso di biocidi, ormoni e altri prodotti chimici |
A08 |
Agricoltura |
Fetilizzazione |
A10.01 |
Agricoltura |
Rimozione di siepi e filari alberati |
A10 |
Agricoltura |
Rimozione margini erbosi |
B01.01 |
Selvicoltura |
Rimboschimento di aree aperte con specie autoctone |
B01.02 |
Selvicoltura |
Rimboschimento di aree aperte con specie alloctone |
E01 |
Urbanizzazione e espansioni insediative |
Aree urbane ed edifici residenziali |
E02 |
Urbanizzazione e espansioni insediative |
Aree commerciali o produttive |
H06.01.02 |
Inquinamento |
Inquinamento acustico da fonte diffusa o permanente |
K02.01 |
Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi) |
Cambiamento nella composizione specifica (successione) |
Strategie di conservazione
Le strategie di gestione dell’ortolano sono condizionate dalla necessità di mantenere le aree rurali in buone condizione, evitando tutti gli effetti dell’eccessiva intensificazione. Per questa ragione è importante garantire la presenza di siepi, filari ed alberi isolati tra i campi, ridurre l’utilizzo di pesticidi ed incrementare le aree con vegetazione erbacea naturale o seminaturale, ad esempio al margine dei coltivi. Nelle aree di fondovalle va inoltre attuato uno stretto controllo delle espansioni insediative per evitare ulteriori perdite di terreni agricoli.
La parte di popolazione che nidifica nelle praterie montane va favorita sostenendo la permanenza delle attività agricole e zootecniche non intensive che creano le condizioni idonee per il suo insediamento.
Siti Natura 2000 in cui è segnalata
ZPS:
ZSC/SIC: