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28/06/2019

L’ASSESSORE BRAVI ALLA CONFERENZA DI PRESENTAZIONE DEL PROTOCOLLO ASUR SULL’INCOLUMITÀ DELLA GUARDIA MEDICA: “SICUREZZA SUL LAVORO”. DISPOSITIVO PER CHIAMARE I SOCCORSI IN CASO DI AGGRESSIONE

“Non abbassare mai l’attenzione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Una questione cruciale e delicata che riguarda anche l’attività della guardia medica, spesso esposta ad aggressioni, soprattutto se donna”. È quanto ha affermato l’assessore al Lavoro, Loretta Bravi, intervenuta - presso la Sala Verde di Palazzo Leopardi - alla Conferenza di presentazione del Protocollo operativo Asur per la tutela dell’incolumità fisica dei medici di continuità assistenziale. Anche nelle Marche si sono registrati casi di questo tipo, specie di notte, in zone isolate o nelle abitazioni di pazienti che non si conoscono. Dopo un periodo di sperimentazione in alcune sedi della regione, entra nella piena operatività l’accordo. Assicura su richiesta, in maniera automatica, il soccorso immediato da parte del 118 che localizza il medico tramite un dispositivo GPS e invia un mezzo proprio o allerta le forze dell'ordine: in pochi minuti, sul posto, arriva un mezzo di soccorso a sirene spiegate allo scopo di realizzare un’azione dissuasiva sul malintenzionato e di intervenire materialmente se occorre. L’incontro è stato promosso da Fimmg Continuità assistenziale Marche (federazione sindacale medica) e dall’assessorato regionale al Lavoro. “Abbiamo investito molto sul fronte della sicurezza - ha detto Bravi - Quanto fatto, comunque, non basta mai, perché abbiamo ancora troppi incidenti nei luoghi di lavoro. Abbiamo puntato sulla prevenzione, sulle linee tematiche indicate dal Comitato regionale di vigilanza che riguardano dodici priorità, perché quello della sicurezza è un tema sfaccettato che spazia dalla salubrità delle aziende, penso all’amianto, all’alternanza scuola lavoro, dove vanno definiti ruoli e responsabilità. La sicurezza non è solo prevenzione del rischio, ma anche contrasto delle vulnerabilità. Stare bene non è solo calzare scarponi antinfortunistici adeguati, ma ricevere rispetto e attenzione nel luogo in cui si opera. Un tema che abbarcaci anche il settore sanitario e che il protocollo affronta, perché in sanità si lavora con persone vulnerabili. È la dimostrazione di come la sicurezza non si urli ma si fa, tutelando la dignità del lavoratore, in questo caso della guardia medica che svolge un servizio sanitario territoriale capillare”.