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Comunicati Stampa

13/05/2019

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE AL CONVEGNO CGIL CISL E UIL SU AUTONOMIA E REGIONALIZZAZIONE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

Solo nel momento in cui verranno definiti i contenuti si potrà capire se questo processo porterà ad un miglioramento del sistema o no, ma nel processo bisogna starci. Lo sostiene il presidente della Regione Marche che oggi pomeriggio è intervenuto al convegno organizzato da Cgil, Cisl e Uil su “Quale Autonomia; la regionalizzazione dell'Istruzione Pubblica” . Autonomia è un termine di per sé ampio e quindi vago rispetto ad alcuni contenuti, ha sottolineato il presidente della Regione. Chiaro che si può portare avanti il percorso di autonomia con dieci regole diverse a seconda di come verrà impostato. Questo conflitto c’è tra il percorso che si è avviato nel Paese e le scelte che le Regioni si sono trovate a fare. La giunta regionale ha pensato che fosse molto importante innanzitutto esserci dentro quel percorso, perché appunto non avendo a priori chiaro il contenuto, sarebbe stato difficile rimanerne fuori per poi magari essere una Regione penalizzata. Scopo di chi governa la Regione è invece fare in modo che i cittadini del proprio territorio abbiamo il massimo in termini di opportunità. Per questo la Regione Marche ha avanzato una proposta di autonomia che ha, tra l’altro, un elemento di originalità perché è stata presentata insieme all’Umbria, con cui ha avviato l’iter istituzionale, come previsto dall’articolo 116 della Costituzione individuando in modo pressoché unitario le ulteriori forme e condizioni. Si tratta delle uniche due Regioni che hanno agito in questo modo dando anche un segnale in termini di disponibilità: no dunque alla semplice difesa del fortino, ma uno sguardo più ampio alle diverse opportunità per dare sempre un miglior assetto in termini di governo del territorio. La Regione Marche è disponibile ad un ragionamento più ampio con l’Umbria anche perché quest’ultima come le Marche appunto, ha quelle caratteristiche di bilancio in salute necessarie per stare su quel tavolo con una credibilità. Poi nei contenuti dell’autonomia è ovvio che si possano fare cose molto diverse rispetto al quadro nazionale a partire dal settore della scuola. Il presidente ha quindi portato un esempio: maggiore autonomia può significare essere in grado di spendere una più alta efficienza tale per cui, con meno risorse, dare di più alla propria comunità. Quindi paradossalmente l’autonomia interpretata in un certo modo potrebbe dare più risorse alle Regioni che sono in difficoltà e non possono uscire dall’autonomia. Ma autonomia può significare anche il contrario: trattenere le entrate specifiche della Regione. In questo caso si produrrebbe l’effetto opposto e cioè una Regione ricca diventerebbe sempre più ricca mettendo in difficoltà quelle più povere. In entrambi i casi viene portato avanti un processo di autonomia, ma con esiti molto diversi.