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POLITTICO DI SAN DOMENICO, PANNELLO INFERIORE DESTRO

Autore
Lotto Lorenzo 1480/ 1557

Tipo scheda
Beni Artistici (OA)

Tipo
scomparto di polittico

Descrizione

In questa tavola Lotto replica la composizione affrontata nell’altro pannello laterale, ripresentando un santo domenicano abbinato a un protettore della città, a ribadire il legame dell’ordine dei predicatori con la città. San Pietro martire da Verona è caratterizzato dal tono cupo degli incarnati ed è identificabile dalla palma del martirio e dal falcetto che trafiggendone il capo ne causò la morte. Egli era conosciuto in città per l’opera di predicazione, principiata dal 1245 in territorio marchigiano, per avervi compiuto miracoli e per avervi donato la Reliquia della vera Croce. L’espressione di preoccupazione, che pervade tutta l’opera, è riconducibile alla scelta compiuta da papa Giulio II di distaccare il santuario di Loreto dalla giurisdizione di Recanati. San Vito, accomunato al santo domenicano per la medesima coerenza nella fede sfociata nel martirio, è rappresentato come soldato, seppure in una veste molto ricca i cui nastri si specchiano nell’armatura lucente. Il pavimento connota l’ambientazione interna, tuttavia pervasa da un tono brillante che coglie l’illuminazione della luce penetrante dall’esterno.

Il programma iconografico venne studiato nel dettaglio fin dal progetto sottomesso all’approvazione dei padri domenicani, fra cui, in particolare, frate Agostino, priore, mastro Giovan Domenico e Gaspare di Giannino, sindaco e procuratore. Il programma dovette tenere conto anche di quanti parteciparono al cospicuo pagamento - fissato in 700 fiorini -, cui concorsero il Comune di Recanati per rispondere alla supplica rivolta dai domenicani il 17 giugno 1506 e le confraternite di San Pietro Martire e di Santa Lucia, entrambe erette all’interno del tempio. La scelta di orchestrare la composizione in scomparti di polittico, secondo taluni arcaicizzante agli inizi del XVI sec., è ascrivibile al gusto della committenza e risulta largamente aderente all’identità visiva della periferia. Filo conduttore dei soggetti coinvolti era la celebrazione dell’ordine domenicano, cui lo stesso artista fu particolarmente legato. Esula da questo complesso progetto iconografico la cimasa del polittico raffigurante il “Compianto su Cristo”, espressione della devozione tardo medioevale verso le sofferenze umane di Cristo. Il soggetto, molto comune nelle raffigurazioni di ambito veneziano, godette di larga fortuna anche in ambiente marchigiano. A partire da Bernard Berenson, il quale ha riconosciuto nella gestualità delle mani una tradizione nordica giunta in quegli anni a Venezia, diversi studiosi hanno avvicinato il Compianto recanatese al Cristo tra i dottori eseguito nel 1506 da Dürer. L’indagine del contratto di allogazione ha animato il vivace dibattito critico sulla presenza di Lorenzo Lotto a Recanati in anni immediatamente precedenti alla realizzazione del polittico. L’ipotesi, già avanzata da Pietro Gianuizzi, Luigi Coletti e Pietro Zampetti, è stata compiutamente indagata da Francesca Coltrinari in relazione alla fiera di Recanati, alla derivante circolazione di beni e mercanti, e alla vicinanza con il limitrofo cantiere lauretano, ove Donato Bramante veniva contestualmente nominato prefetto delle fabbriche. Nella presenza lauretana di Bramante molti studiosi hanno riconosciuto il tramite per la partecipazione del maestro veneto alla decorazione delle Stanze Vaticane, ove l’artista è stato certamente attivo nella Stanza di Eliodoro, anticamente delle udienze private. Enrico Maria Dal Pozzolo ha riesaminato il programma iconografico del polittico leggendovi uno stretto legame con le celebrazioni indette in occasione del Giubileo lauretano. L’opera fu collocata sull’altare maggiore per essere poi sostituita nel corso del Settecento e forse già smembrata in più scomparti, così come la videro Amico Ricci nel 1834 all’interno della chiesa e Giovanni Battista Cavalcaselle e Giovanni Morelli disposta tra il coro e la sagrestia. Il polittico in antico era corredato da tre scomparti di predella descritti da Giorgio Vasari nell’edizione giuntina delle “Vite” e altresì raffiguranti la Predica di San Domenico, oggi Miracolo di San Pietro Martire, il Trasporto della casa di Loreto e Papa Onorio che conferma la regola del santo. La predella venne probabilmente smembrata tra la fine del Settecento e l'inizio dell’Ottocento (cfr. Vasari 1568, ediz. 1878-1885, V, p. 251; Ridolfi 1648, p. 187). Lo scomparto rappresentante il Miracolo di San Pietro Martire riveste un notevole interesse storico oltre che artistico in quanto la scena è ambientata nell’antica piazza di Recanati prospiciente la chiesa di San Domenico prima dei rifacimenti ottocenteschi e delle demolizioni che hanno fatto seguito all’edificazione dell’attuale palazzo comunale (cfr. Ricci 1834, II, pp. 92-93; Morelli e Cavalcaselle, 1896, p. 255). L’identificazione del soggetto è stata più volte riesaminata e viene oggi ricondotta alle storie della vista di San Pietro Martire (cfr. Moroni; Humfrey; Punzi) e allo spegnimento del fuoco della vera Croce. Recenti studi hanno fatto luce anche sulla storia conservativa della tavola, transitata in collezione Grimaldi, esposta alla mostra di Arte Antica di Macerata del 1905, quindi alienata illecitamente e dal 1932 esposta al Kunsthistorisches di Vienna. Confluiti nel 1896 fra le collezioni della Pinacoteca civica, gli scomparti furono ricongiunti agli inizi del Novecento per mezzo della cornice neorinascimentale che tuttora li ricompone. Sottoposto a protezione antiaerea in loco nel corso del secondo conflitto mondiale, il polittico fu esposto alla mostra del 1950. Restauri: il primo intervento si data al 1890 ad opera di Sidonio Centenari. Nel 1913 è attestata una perizia di Gualtiero De Bacci Venuti, cui fece seguito la decisione di ricomporre i soggetti in un apparato che potesse dare conto dell’orchestrazione originaria, cui provvide Oreste Grazzini. I saggi di pulitura condotti di recente hanno consentito di recuperare l’intensità della gamma cromatica. Le indagini diagnostiche condotte nel 2011 hanno permesso di rintracciare sul retro della tavola principale un disegno a carboncino raffigurante la cornice originaria.

Soggetto
San Pietro martire e San Vito

Datazione
sec. XVI 1506 1508 Motivo della datazione: data

Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

Misure
Unità=cm; Altezza=158,4;Lunghezza=66,2;Profondità=2,4;

Localizzazione
(MC) Recanati

Collocazione
Villa Colloredo Mels - via Gregorio XII - Musei Civici Villa Colloredo Mels

Identificatore
11 - 00206917

Proprietà
proprietà Ente pubblico territoriale